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Firenze, 15 marzo 2017 – Articolo pubblicato su “La Nazione” di ieri.

Un convegno
Un paesaggio da conoscere

Si annuncia come un convegno internazionale di grande interesse quello che inizia oggi nella Sala Comparetti della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze in Piazza Brunelleschi. Ben quattro giornate di relazioni e discussioni sul tema interdisciplinare del paesaggio. Paesaggio inteso al crocevia tra umanesimo e scienze, secondo quell’ambivalenza di base recuperabile nella sua stessa configurazione concettuale tra oggettività e soggettività, in quanto elemento di carattere reale e oggettivo e nel contempo artistico ed estetico.

Dell’attualità dell’argomento garantiscono i maggiori teorici del paesaggio su scala mondiale: da Berque che ci assicura che stiamo vivendo nell’“epoca del paesaggio”, a Jakobson che ha definito la nostra società di consumo produttrice a getto continuo di un’infinità di immagini “onnipaesaggistica”.

Sul tema del convegno, che con il titolo “Il paesaggio: paradigma dialogico tra umanesimo e scienze” intende suggerire insieme linee di indagine e complessità della materia esaminata, interverranno più di cinquanta studiosi provenienti da tutto il mondo, appartenenti alle varie branche della cultura che l’argomento paesaggistico investe: geografico, storico, sociale, linguistico, ecologico, architettonico, artistico e letterario. Si situano in questi ultimi spazi due iniziative specifiche inserite all’interno del convegno: un omaggio al poeta fiorentino Alberto Caramella a dieci anni dalla scomparsa e la mostra di pittura di Renato Moretti “Paesaggi toscani e personaggi”.

L’evento è promosso dal Centro Studi Jorge Eielson e dalla Cattedra di Letterature Ispanoamericane dell’Università di Firenze, con la collaborazione della Fondazione Il Fiore e dall’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio.

Marco Marchi

Nel mio paese

Leggeri ormai sono i sogni,
da tutti amato
con essi io sto nel mio paese,
mi sento goloso di zucchero;
al di là della piazza e della salvia rossa
si ripara la pioggia
si sciolgono i rumori
ed il ridevole cordoglio
per cui temesti con tanta fantasia
questo errore del giorno
e il suo nero d’innocuo serpente

Del mio ritorno scintillano i vetri
ed i pomi di casa mia,
le colline sono per prime
al traguardo madido dei cieli,
tutta l’acqua d’oro è nel secchio
tutta la sabbia nel cortile
e fanno rime con le colline

Di porta in porta si grida all’amore
nella dolce devastazione
e il sole limpido sta chino
su un’altra pagina del vento.

Andrea Zanzotto

(da Dietro il paesaggio)

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