VEDI I VIDEO “Rasoi” detta da Nello Peluso , “Litoranea” detta da Toni Servillo, con Peppe Servillo e Solis String Quartet , Incontro con Enzo Moscato , “Carmen”, regia di Mario Martone, con Iaia Forte, 2015. Il trailer , “Toledo Suite”, musiche di Pasquale Scialò

Firenze, 20 aprile 2017 – Ricordando che oggi è il compleanno di Enzo Moscato (Napoli, 20 aprile 1948).

Rasoi

I
“La fogna è il vizio che la città ha nel sangue.

L’istinto popolare non si è mai sbagliato.
Si potrebbe dire che, da dieci secoli,
la cloaca è la malattia di Parigi.
E Jean Valjean SI TROVAVA
nella fogna di Parigi.
Altra somiglianza di Parigi con il mare:
così nell’oceano come a Parigi,
chi vi si tuffa può scomparire…”

II
“Meglio per voi sarebbe non essere mai nati:

nella contea di N. l’inorganico avviluppo,
senza lingue della Vita, nella vita,
ormai fluisce come fango.
O tutto schiuma, tutto schiuma. Da bere.
Come birra-sorella.
E la vostra galleria di Foto,
portrait of The Black Lady,
è davvero una Splendida Vergogna:
tra sete e rasi, nastri, rare stoffe di Madera,
Ella vi offre,
inebrianti come vino,
Buchi nella Pelle, Squarci Purulenti,
una Lebbra avvelenata
come Acqua di Colonia.
Quando abbassi gli occhi dal crepuscolo,
non riconosci più
questi Canili e Porcili e Bestiari,
con il doppio ossimoro in croce sugli Ingressi:
Tacito Tumulto, Viva Morte, Assordante,
Sonorissimo Silenzio…”

III
“Dio! E quanta polvere! Uno sfacelo!

Tutto va per aria!
Su tutto, sopra a tutto, un Velo!
Dimmi un po’, dimmi
è qui, da un anno,
è qui, che non lavano per terra?
E gli ospedali? E il thé,
e le adorabili vecchiette?
Chi pensa a Sigfrido, chi?

IV
“Per rincuorarci, esplodono i dipinti,

i trompe l’oeil,
gli inganni di stucco sul soffitto:
tracce antiche, cocci, rossi pompeiani:
matrone bellissime con i seni denudati…
ma l’Uomo alla Macchina;
il Corvo nello Specchio;
la marxiana Sintassi capovolta degli Oggetti,
insaturi fermentano in Ampolle,
come chimici, mortiferi ossidrìli.
Prodigioso boato senza forma,
(quasi) un deliquio
e un discorso con se stessi.
Ma sì, ma sì, anche le calosce!
Come ad un Cannibale!
Far simili baratti è una Vergogna,
pure nel Delirio!”

V
“Cosa poi rimane dei rosari…

e dei Garcia (oh, voglio la sua testa!)…
e delle mammole o delle Medee –
Giuditte insanguinate ai Tribunali
o sugli spalti di via Portamedina…
cosa poi rimane, In End of Moon
del cuore giacobino
trafitto dalle lame del Mercato, lazzarone…
questo è solo cera rossa, lacca, sigillo,
un fumo, fumetto, fumino,
dalla trama trasparente, sfilacciata.”

VI
“La fogna è il vizio che la città ha nel sangue.

Discendere nella fogna
è come entrare nella tomba,
ed ogni specie di orride leggende
coprono di orrore
il gigantesco immondezzaio.
Formidabile sentina che porta le tracce
delle Rivoluzioni del Globo,
così come delle Rivoluzioni degli Uomini,
ed ove si trovano le vestigia
di tutti i cataclismi:
dalla conchiglia del Diluvio Universale,
al brandello del lenzuolo funebre di Marat…”

VII
“Nella contea di N. albeggia, ora.

Autunno, grigiori, nebbia – torbidi esotismi.
Vasci e rasoi, vasci e rasoi.
Pettini e spazzole, pettini e spazzole…
Quasi una fiera del Lindore.
Ma le Madri sono tutte calve
o sporche alla finestra.
Oh, alla malora, alla malora!
Io, per me, arriverò, arriverò nel fondo
anche senza Eroi!
Pur senza i Maestri,
senza i Maghi della Merda!
Cieche guide al Sottosuolo!”.

Enzo Moscato

(da Rasoi, Napoli, Teatri Uniti 1994)

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