VEDI I VIDEO “Dolci rime” , “Le golose” lette da Franca Nuti…e rappresentate , “Signorina Felicita” letta da Vittorio De Sica , “L’amica di nonna Speranza” letta da Paolo Poli

Firenze, 16 maggio 2017 – Anche tra le poesie disperse di Guido Gozzano, quelle cioè non confluite nelle sue raccolte canoniche “I Colloqui” e “La Via del Rifugio”, è dato trovare piccoli gioielli. E’ il caso della poesia di oggi: un componimento d’occasione dedicato a una bambina e accompagnato da un cartoccio di “cioccolatto”, in cui però Gozzano torna con coerenza a svolgere la sua poetica di autore crepuscolare, convintamente antieroico ed antidannunziano.

Lo fa facendo poesia sulla poesia, o meglio sulla propria figura di poeta borghesemente impossibilitato a rivestire altisonanti ruoli, dedito al contrario a un lavoro “molto noioso” e tutt’altro che esaltante e vitalmente superomistico come nel bersaglio polemico, altrove espressamente chiamato in causa, rappresentato dal poeta delle “Laudi” Gabriele D’Annunzio. Qui invece si dice con ironia ed affabile leggerezza: “Color vari di rime / (tu ridi e n’hai ben onde) / poni: terze e seconde / concordi, ultime e prime. / Molto noioso? O quanto // noioso più se fatto / di sillabe soltanto / e non di cioccolatto! // Di qui potrai vedere / la mia tristezza immensa: / piccola amica, pensa / che questo è il mio mestiere!”.

“Dolci rime” che non possono non farci pensare ad un altro testo gozzaniano non centrale ma godibilissimo come “Le golose”, anch’esso tra le “Poesie sparse”, dove tra l’altro il nome di D’Annunzio, quale vincente fenomeno sociologico di costume della contemporaneità, compare.

Marco Marchi

Dolci rime

A Luisa Giusti, amica minuscola,
con un cartoccio di cioccolatto

Sola bellezza al mondo
che l’anima non sazia,
fiore infantile, biondo
miracolo di grazia;

grazia di capinera
che canta e tutto ignora,
grazia che attende ancora
la terza primavera!

Tu credi ch’io commerci
(poi che poeto un poco)
in chi sa quali merci
buone alla gola o al gioco!

– Dammi una poesia! –
Così, come un confetto,
mi chiedi… E t’hanno detto
che sia?… Non sai che sia!

Che sia, come va fatto
il dono che vorresti,
ti spiegherò con questi

dischi di cioccolatto.

Due volte quattro metti
undici dischi in fila
(già dolce si profila
sonetto dei sonetti).

Due volte tre componi
undici dischi alfine
(compiute in versi “buoni”
quartine ecco e terzine).

Color vari di rime
(tu ridi e n’hai ben onde)
poni: terze e seconde
concordi, ultime e prime.

Molto noioso? O quanto
noioso più se fatto
di sillabe soltanto
e non di cioccolatto!

Di qui potrai vedere
la mia tristezza immensa:
piccola amica, pensa
che questo è il mio mestiere!

Guido Gozzano

(da Poesie sparse)

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