La più classica delle sign-and-trade che avvantaggiano le tre parti in causa, franchigia che cede (Phoenix) squadra che prende (Los Angeles sponda Lakers) e, ovviamente, giocatore che cambia aria e a 38 anni può puntare ancora una volta al titolo (Steve Nash). Già, perché aspettando le bizze di Dwight Howard, lo statuario centro di Orlando, questa è la prima operazione di mercato destinata a spostare gli equilibri non solo sulla costa ovest. Dunque arriva nella Città degli Angeli il free agent più ambito che in prima battuta Toronto (sul piatto avevano messo 36 milioni di dollari per 3 anni), in seconda i New York Knicks avevano cercato di soffiare l’Mvp del 2005 e 2006 ai gialloviola. Alla fine sono arrivati ‘solo’ 27 milioni di dollari per 3 anni che andranno nelle tasche dell’uomo che ha nel suo DNA sagacia tattica sopra le righe, assist spettacolari e soprattutto grande leadership. Quest’ultima la caratteristica necessaria per tenere testa a Kobe Bryant, non uno qualunque. Ma prima di addentrarci in questioni tecniche, parliamo dell’affare. Detto dei milioni di dollari, 28, i Lakers, hanno inserito nel giro due prime scelte future (2013 e 2015) e 2 seconde scelte (2013 e 2014) e 4 milioni di dollari. Questo rilancia le quotazioni dei gialloviola in chiave titolo, perché il nuovo numero 13 – quello di Wilt Chamberlain per intendersi – ha tutte quelle qualità che servono per uscire dalla gabbia dell’attacco a triangolo. Un sistema che nell’era Jackson ha garantito anelli in serie e che dopo essere stato abbandonato proprio con l’arrivo del nuovo coach Mike Brown per un anno è rimasto nell’aria dello Staples, nonostante si siano cambiati i criteri offensivi, come una sorta di marchio indelebile. Nonostante un ottimo Ramon Session. Ma Nash è un’altra cosa, a Los Angeles lo sanno. E anche a Miami…