Costa Concordia, Facebook e le accuse a Schettino. Ma le vittime?
La cosa sinceramente mi urta, e visto quello che è successo potrebbe sembrare un gioco di parole poco felice. Va bene, allora diciamo che la questione mi irrita. E pure molto. Mi spiego: su Facebook e Twitter, social network che - che lo si voglia o no - stanno diventando centri di direzione dell'opinione pubblica, negli ultimi giorni sono apparsi insulti e commenti di vario genere nei confronti del capitano Schettino, l'uomo sul quale si sta indagando in qualità di responsabile del naufragio della Costa Concordia. La rete è libera fortunatamente e quindi ognuno può esprimere la propria opinione, è un diritto. Come è anche un diritto essere rispettati nella propria dignità di persona, prima che di capitano, ufficiale o imperatore del mondo. Ecco, come di consueto, anche in questo caso la libertà di espressione viene scambiata come libertà di calpestio, di derisione, di inciviltà. Probabilmente alla fine delle indagini si capirà in modo evidente che il capitano Schettino è colpevole, ma questo non toglie la dignità personale. Questa non è una difesa, sia chiaro. Ma solo una constatazione: se persino la legge italiana dichiara che si è innocenti fino a prova contraria, allora è giusto rispettare le regole che governano, o dovrebbero farlo, la nostra società. Anche perché, e questo è il motivo principale della mia irritazione, il dileggio nei confronti di Schettino parte da una frase. Quel "Vada a bordo, cazzo" proveniente dalla capitaneria e che, come tristemente di consueto, ha suscitato l'attenzione degli italiani. Morti e dispersi non attirano così tanto come una parola poco gentile, in questo caso un intercalare usato per rafforzare la frase. Nel giro di poche ore su Facebook si sono diffuse migliaia di battute con quel "Vada a bordo, cazzo" sullo sfondo. Nessuno sa i nomi dei morti, nessuno si ricorda l'ora in cui la nave ha iniziato a colare a picco e probabilmente in pochi sanno dove è successo di preciso il disastro, ma quel rafforzativo ha fatto diventare tutti improvvisamente dei piccoli opinionisti. Le "parolacce" hanno ancora tanto successo sia al cinema, dove il film "I soliti idioti" ha attirati migliaia di persone e le vergogne cinematografiche firmate fratelli Vanzina fanno ancora vendere biglietti, sia nella vita quotidiana. E poco importa se il reale contenuto degli eventi viene messo da parte.