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Festival di Sanremo: trionfano Gazzè ed Elio, tonfo Modà

Seconda serata del Festival di Sanremo: niente politica, niente contestazioni. Una puntata caratterizzata da qualche eccellenza, ma un po' di piattume di fondo. Ecco le mie implacabili, ironiche e, come di consueto, giocose pagelle.

Gli stilisti della Littizzetto: voto 4. Che problemi hanno? Perché evidentemente qualche problema ce l'hanno, se la vestono con un sacco bianco e degli zatteroni che avrebbero fatto comodo a Leonardo Di Caprio per salvarsi alla fine di Titanic.n

Modà: voto 4.5. Ecco. La prima canzone - "Se si potesse non morire" -  è un mix fra "La differenza tra me e te" di Tiziano Ferro e la canzone di Emma Marrone dello scorso Sanremo. Insomma, della serie "Avevamo un tot di ispirazione e l'abbiamo finita". La seconda,  "Come l'acqua dentro il mare", è oggettivamente uno stereotipo messo in note: l'amore non può finire, amore dai che non può finire, te l'ho mica detto che non può finire? Ecco, basta. Meno male che sta canzone può finire. Il problema principale dei Modà, però, non sono i testi triti e ritriti, ma le vocali. Basta con gli urletti di "aaaa" e "oooo" finali: non sapete come riempire gli spazi? Lasciate che lo faccia la musica! E' lì per quello. Passa "Se si potesse non morire". Ecco. Grazie.

Simone Cristicchi: voto 5. Inizia con "Mi manchi", che ricorda troppo "Luna di lana", fastidiosissima canzone della desaparecida Valeria Rossi, per poter essere godibile. Al povero Cristicchi hanno girato in basso la manopola dell'intonazione. Non beccherebbe una nota neanche se passasse davanti a lui bendata e con una freccia enorme sulla testa. "La prima volta che sono morto", il secondo brano, è meglio. Anche perché peggio era difficile. Non vincerà, anche perché la sua canzone è un mix fra "Le cose che abbiamo in comune" di Silvestri e "Tutta mia la città" nella versione di Giuliano Palma. Insomma, nulla di nuovo. Almeno gli si addice. E per questo passa la seconda.

Carla Bruni: -10. Inutile, come sempre. Inutile la sua frangetta monumentale, inutili i suoi zigomi alla Taylor di Beautiful, inutile la sua arroganza, inutile la sua canzone e inutile il suo ingresso nel mondo della musica. Si capisce che miss "QuandostavoconSarkòcheerapremierl'Italianonlafilavoneanchedipezzaeadessoinvecevengoasussurrarepervoiperchéamol'Italia" non la tollero?

Littizzetto+l'Inutilé dame: voto 5. No Luciana, così non va. E' vero che non avrebbe mai potuto insultare un'ospite, ma la Littizzetto almeno avrebbe dovuto farle sentire la vera satira. E invece che fa? Canta una canzone con lei? Non scherziamo. L'hanno costretta, si capisce. Peccato, però.

Malika Ayane: voto 6.  La prima - "Niente" - gliel'ha scritta Giuliano Sangiorgi. In discussione non è il testo, che si capisce solo a tratti per colpa sua, ma come canta il testo. Anzi, come lo miagola. Solito problema: Malika non è solo scomposta nei movimenti, ma canta come fosse il mio gatto. Non è stonata, assolutamente. Arriva molto in alto, sia chiaro. E' solo che si capiscono solo tre quarti del brano, l'altra parte rimane oscura. "E se poi" è di nuovo targata Sangiorgi ed è più da Malika, è retrò abbastanza e soprattutto le consente di scandire le parole: meno male. Peccato per i capelli biondi ossigenati. Incomprensibili. Chiaramente passa "E se poi". E la domanda è: "E se poi quelle canzoni le cantasse Sangiorgi, non sarebbe meglio?".

Max Gazzè: voto 7. Lo ammetto pubblicamente: è dai tempi di "Il solito sesso" che mi piace un sacco. La prima canzone "I tuo maledettissimi impegni" è molto da Gazzè, con qualche inserto in stile Battiato, e si capiscono tutte le parole: per me è sì. La seconda non posso che promuoverla a piene mani: "Sotto casa" ha atmosfere simil-ska che sono il mio pane. In più è ballabile, il che a Sanremo è una rarità. Insomma, Max per me hai vinto.
Passa "Sotto casa": se vince uno che non è Gazzè o Silvestri sciopero.
Stilista di Max Gazzè: voto 2. Spero sia ipovedente.

Annalisa: voto 7. "Scintille": da queste parti ci si aspettava molto di peggio. Invece la ragazza ha grinta e si vede più in questa che in "Non so ballare". E infatti passa "Scintille", molto più movimentata e godibile. Brava Annalisa.

Elio e le storie tese: voto 9."Dannati forever": entrano in scena vestiti in abito talare e già fanno ridere. Stigmatizzano comportamenti e peccati fin troppo noti e lo fanno con la solita verve. Che dire? Sono loro e sempre loro. "La canzone mononota" ha scintille di genialità, soprattutto dal punto di vista musicale. Il testo non esiste, la melodia è un compendio di tutto quello che un musicista e un cantante dovrebbero sapere: bravi in modo esagerato.
Non sono sanremesi, ma meno male che oltre a gente come Maria Nazionale e Modà ci sono anche loro. Passa "La canzone mononota". Mi correggo: se non vincono loro, Gazzè o Silvestri sciopero.

Neri Marcoré: voto 7. Fa ridere sempre e comunque. Peccato che lo facciano esibire poco, nonostante la sua sia una comicità sana e che stimola i neuroni (forse è per questo che lo fanno stare in scena col contagocce).

Almamegretta: voto 5.5. "Mamma non lo sa": ora, l'attacco è inquivocabilmente di "Uomini soli" dei Pooh. Se l'ho notato io e l'hanno notato anche i nostri esperti, allora vuol dire che è così. Raiz, io puntavo tanto su di te. Peccato non si capisca nulla del testo, tranne il ritornello.
"Onda che vai", il secondo brano, è di Domenico e Federico Zampaglione, superlavoro per loro quest'anno al Festival. Meglio, però Raiz ha qualche problema di voce, almeno spero.
Passa "Mamma non lo sa", strano.

Filippa Lagerback: voto 5. Come è possibile che sia arrivata in Italia qualche anno fa bellissima e ora sia peggio di Meredith di Grey's Anatomy e invecchi ogni dieci minuti? Sarà colpa del matrimonio con Bossari? Mistero.

Bar Rafaeli: voto 4.5. Bella è bella, non si discute. Sembra anche sveglia, peccato che sia una bambolina messa per compensare il fatto che senza bellocce l'Italia sanremese non sa stare.

Momento giovani. Renzo Rubino: voto  6.5. La sua "Il postino" è molto particolare, il tema dell'omosessualità è affrontato in modo delicato (dopo lo scempio della Tatangelo anni fa, era difficile fare peggio. Va detto) e con una bella melodia. Peccato per l'arrivo di soppiatto del cantante lirico. Bravo però.

Il Cile: voto 5. Mi dispiace, ma uno che si finge intellettuale e canta tutto uguale  non può avere la sufficienza. "Luna furtiva"? Torniamo a Valeria Rossi? Non prende un voto inferiore perché è superiore a Maria Nazionale, come persino Capitan Ventosa del resto.  Purtroppo passerà (o no?) perché le ragazzine che lo vedono bello e maledetto (in stile Wolverine) lo votano. Peggio per loro.

Irene Ghiotto: voto 5. "Baciami?": allora, già che ha un punto interrogativo nel titolo... Poi, Irene, stai calma dai. Potevi prenderti un po' di biancospino prima di salire sul palco. Sarebbe stato più facile e ti saresti mossa meno a scatti. La canzone non ha un gran senso. Occasione persa.

Blastema: voto 6. Anche gli esperti concordano: sembrano un mix fra Marlene Kuntz e Afterhour. Bello il cantante, come sottolinea una Littizzetto ancora vivace nonostante l'ora tarda. Niente di nuovo il gruppo e il suo stile.

Passano: Renzo Rubino e i Blastema: come dire....

Coppia Fazio-Littizzetto: Fabio Fazio voto 6. Fa il solito zerbino con Carlà e Bar Rafaeli, nel complesso se la cava bene. Anche perché cavarsela male era davvero difficile. Luciana Littizzetto voto 6.5: non ha fatto nulla di particolare, ordinaria amministrazione. E poi quella canzone praticamente inginocchiata con Carlà....

 

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