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Festival di Sanremo, ecco i pre-giudizi: Marco Masini

Fra una settimana si comincia, siete pronti? Non vedete l'ora delle nostre dichiaratamente faziose ma mai volgari pagelle del Festival di Sanremo? Non vi interessa nulla delle nostre pagelle? No, dico, state scherzando a dire che non vi interessa niente? In attesa di chiarirvi le idee sulle pagelle che il mio gruppo di superespertoni ed io prepareremo dal 10 al 14 febbraio, eccovi i miei pre-giudizi. Non sono giudizi a priori basati su sentito dire, ma sono opinioni che derivano dal sentito, anzi dall'ascoltato: dall'ascolto il più possibile completo della discografia di un artista nasce un voto di partenza. Si fa sempre per ridere, nessuno se la prenda. L'ironia ha caratterizzato ognuno di questi post e così sarà anche per tutti gli altri. Dopo Malika Ayane, Annalisa, Bianca Atzei, Biggio e Mandelli, Alex Britti, Chiara, Dear Jack, Grazia Di Michele con Platinette, Lara Fabian, Lorenzo Fragola, Irene Grandi, Gianluca Grignani e Il Volo, ecco Marco Masini.

Per anni è stato accusato di portare sfortuna, nulla di più sbagliato - i portasfiga non esistono, sono solo superstizioni da Medioevo - e di più avvilente per un artista. Marco Masini non porta sfortuna. Certo è che tutta sta voglia di vivere addosso non te la mette. Non è che proprio dopo l'ascolto di un suo album esci e vedi tutto a fiorellini, la vita che ti sorride e se trovi un testimone di Geova hai la pazienza e la tranquillità necessarie per ospitarli in casa tua e intavolare un discorso sulla fine del mondo (e so che la mia amica Sara, grande fan di Masini, non sarà d'accordo con le mie considerazioni). Non sto qui a parlare di "Vaffanculo", "Bella stronza" et similia perché sono brani che conosciamo tutti. Parlo di "Un piccolo Chopin", "Caro babbo", ma anche dei più recenti "Non ti amo più" e "Il buffone del momento" ad esempio: il caro Marco ha avuto una vita difficile in alcuni tratti, ok, però potrebbe ogni tanto avere un po' più di verve. Perché quando ce l'ha, come in "Il morbo di Beautiful", risulta quasi godibile e pure scherzoso. Quell'acuto che ha spesso sul finale di strofa - l'urlo straziante alla Masini, per capirci - dopo un paio di canzoni fa venire l'orticaria. Però sul palco del Festival di Sanremo lo vedo credibile più di tanti altri (Biggio e Mandelli, Platinette, Bianca Atzei, Anna Tatangelo, Il Volo, per nominarne alcuni), gli manca solo l'ottimismo. Se il Marco ci fosse un po' più propositivo e fiducioso, potrebbe essere protagonista. Non voglio pensare che sul palco del Teatro Ariston possa portare una nuova nenia, spero piuttosto in una positiva inversione di tendenza.

Voto di partenza: 6-.

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