Festival di Sanremo, le pagelle della prima serata: Chiara e Nek i migliori
Eccoci giunti alla prima serata del Festival di Sanremo ed eccoci con le nostre pagelle. Il mio gruppo di superespertoni ed io non ci siamo fatti scappare proprio niente. Ovviamente tutto con grande ironia e senza la pretesa di essere critici musicali, quindi nessuno se la prenda. Si fa solo per scherzare.
Chiara: voto 6.5. Arriva vestita con una tenda gialla, tanto da sembrare un bananone. Poi inizia a cantare e pensi che questo Festival di Sanremo possa riservare qualche gioia. Il brano potrebbe decollare meglio sul ritornello, però non è male. E’ quello che ti aspetti da Chiara e lei lo fa pure bene. L’unico problema, ma non è colpa sua, è che ti illude che gli altri artisti siano ascoltabili. Presa in giro.
Gianluca Grignani: voto 3.5. Ecco il brusco risveglio. La colpa degli autori è evidente: non si fa esibire una delizia come Chiara e subito dopo uno capitato lì per caso. Ah è Grignani? Ma lui lo sa? Stavolta si raccoglie i capelli. Ecco, quello può fare. Raccogliere. Pere, mele, pomodori. Ma non fatelo cantare, anche perché di cantare e dire qualcosa di un minimo insolito ha smesso decenni fa. Invito chiunque abbia capito le parole a segnalarmele, io non ho colto molto.
Alex Britti: voto 5. Ha ragione chi afferma che è bravissimo, quando fa il chitarrista ma non quando canta. Il brano ricorda un po’ “Oggi sono io”, ma quello era un brano serio, coinvolgente, questo non più di tanto. Prevedibile e sempre uguale a se stesso. Tutto qui?
Rocio Munoz Mazzanti vien dal mare: voto 4. No ma sul serio? Raoul, sei ancora in tempo per tornare indietro. Non te la devi sposare sul serio. La (???) cara (???) Rocio ha la femminilità di un mocio Vileda con la voce e la pronuncia di Sofia Loren. Raoul, puoi avere di meglio. Non dico solo a pagamento, pure gratis. Impègnati.
Malika Ayane: voto 5.5. Il vestito non aiuta, la sua aria svanita neanche, ma il peggio è la canzone. Quale? Chi può dirlo? Qualcuno ha capito il testo? Miagola meno rispetto al solito, certo “Ti tire”, “Paci pe stada”, “Postatato” che vorranno mai dire? Ah ho capito male. “Silenzi per cena, conoscersi”: stavolta ho capito giusto. Quindi? Che voleva dire?
Tiziano Ferro: voto 7.5. Si vede che non c’ha voglia. D’altro canto, “Sere Nere” e compagnia cantante le sentiamo da una vita noi, figuriamoci se vede l’ora lui di riportarle sul palco. Però è lo spettacolo migliore di questa serata. Lui è davvero un gran bel prodotto della musica italiana.
Emma Marrone: voto 3.5. Alla incapacità di leggere aggiunge quella di condurre, ma questo non è il peggio. No. Lei scava ancora più in basso. “Mi metti negli accrediti al tuo concerto?” chiede in Eurovisione sul palco a Tiziano Ferro. Neanche la peggiore delle finte giornaliste da buffet sarebbe stata così poco delicata. Emma, io al concerto di Tiziano ci vado. Pagando. Poi te lo racconto, eh?
Arisa: voto 4.5. E’ un pelo più delicata di Emma, non che ci voglia molto. Da cantante, però, dovrebbe capire la funzione del microfono, cosa che invece ignora. E infatti quando annuncia il cantante di turno in gara ci piazza sempre quell’urletto fastidioso.
Dear Jack: voto 4.5. Mi sbagliavo: non vinceranno. Così travestiti da Modà sono snaturati della loro già fragile natura. Il cantante ha visto delle note, le ha salutate, ma siccome si è intenerito non ne ha beccata neanche una. Questo Festival avrebbe potuto essere la loro consacrazione fra i ragazzini, in questo modo invece lo saranno solo dei ragazzini che non si sono lavati le orecchie.
Alessandro Siani: voto 2. Non fa ridere. Mai, non avrebbe fatto ridere neanche vent’anni fa. E prendere in giro la gente che ha speso dei soldi per essere al Teatro Ariston, tanti o pochi che siano non è un problema suo, non è che proprio sia l’idea del secolo. “I bambini non vogliono andare a scuola perché non trovano lavoro e dicono “che ci vado a fare a scuola?””. Uh, sentite come mi sto sbellicando. E vado avanti anche domani eh. Un’ilarità che non ci si crede.
Lara Fabian: voto 5.5. Le do quasi la sufficienza perché almeno risolleva l’atmosfera dopo Siani, ma no non c’entra proprio niente con Sanremo. Come si era detto in sede di pre-giudizi: bravissima, gran voce, ma con un'impostazione troppo vecchia (il brano sa di stantio) e senza un senso nel contesto del Festival. Il brano è di Cremonini… ma siamo sicuri che lui lo sappia?
Albano e Romina: voto 2-. La reunion da Cesano Boscone, inteso non come paese alle porte di Milano ma come casa di riposo in cui prestava servizio Silvio Berlusconi. L’unico aspetto positivo è che a vedere sta reunion da casa davanti alla tv almeno ci sarà una Loredana Lecciso che si starà mangiando il fegato. La pantomima è imbarazzante e diventa surreale quando quel simpaticissimo giovincello di Albano decide che prima ci deve far vedere che fa delle flessioni sul palco e poi ci deve tramortire con “E’ la mia vita”. Basta.
Nek: voto 6.5. Fare peggio delle due cariatidi che lo hanno preceduto era impossibile, va detto. Però il ragazzo non è mica male. Sarà il look da Wolverine che un po’ lo rende più virile del solito, sarà la voce che non stona per niente, sarà il ritmo (ripeto, arrivare dopo il duo novembre Power-Carrisi è come sfidarmi alle tabellone e pensare di vincere: scontato e fin troppo facile) però il caro Filippo Neviani ci piace.
Grazia Di Michele con Platinette: voto 5.5. Meglio del previsto, devo ricredermi. Pensavo che sarebbero stati stucchevoli, invece solo un po' pesanti. D'altro canto, da loro non ci si poteva di certo aspettare una canzonetta. Il testo è profondo e il brano fa riflettere. Ecco, magari pure troppo. Il messaggio è chiaro, peraltro stranissimo che Platinette parli - perché cantare è tutt’altra cosa, sia chiaro - di un tema come quello della diversità, comunque c’è molto di peggio. Siani presentato da Emma con acuti dei Dear Jack, per esempio.
Annalisa: voto 5.5. Non tanto per lei e la sua voce, ci mancherebbe. E’ il testo del brano che è banale in modo disarmante. “Solo se mi baci te e non sentire bisogno più di niente”: no dai vi prego. “Io ti regalo il mondo”: ma siamo ancora a questo punto? Il brano è sanremese nell’accezione più lagnosa. La colpa non è di Annalisa, ma di Kekko Silvestre dei Modà. Oh le fa tutte con lo stampino.
Nesli: voto 5. Svolta coraggiosa, dal rap al pop mica è facile come dirlo e mica è semplice soltanto perché c'è la p in comune. Il brano si sentirà in radio perché è orecchiabile e soprattutto il testo è davvero bello, il caro Francesco Tarducci però la voce non ce l'ha. D'altro canto non si è mai mostrato un fenomeno e forse un brano così impegnativo dal punto di vista dell'intonazione avrebbe meritato un altro interprete.