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Festival di Sanremo, le pagelle della seconda serata: sorpresa Masini, disastro Raf

Eccoci alla seconda serata del Festival di Sanremo, la più trash fino ad oggi. Purtroppo, a differenza di quello che in tanti avremmo sperato, Arisa, Emma, Carlo Conti e Rocio "sono la fidanzata di Raoul Bova e quindi per questo motivo sono a Sanremo altrimenti nessuno mi avrebbe filato di pezza" Munoz Morales sono ancora al loro posto. Anche il mio gruppo di superespertoni ed io, nonostante acciacchi fisici e limiti tecnologici, siamo rimasti saldi alle nostre postazioni. E così dopo quelle della prima puntata, ecco le nostre pagelle, ironiche come sempre. Nessuno si offenda, si fa per ridere. 

Kusto: voto 5.5. Imbizzarriti. Bella energia, peccato che fosse impiegata soltanto per convincere una poverina a un amplesso. Brano movimentato e orecchiabile. Niente di che.

Kaligola: voto 5. Niente di eccezionale, se non fosse un ragazzino di 17 anni. Appunto, a soli 17 anni sembra vestito come un clone di Max Pezzali incrociato con Marty McFly di Ritorno al futuro. Brano che passerà inosservato.

Enrico Nigiotti: voto 5.5. Ecco dove l’avevo visto. E’ un altro amico di Maria, l’anno prossimo possiamo fare Sanremo direttamente a Cinecittà. Così anche la De Filippi sta più comoda. Nigiotti non ha mai avuto una voce super orecchiabile e melodiosa, va detto. E’ fra i meno peggio.

Chanty voto 6. Gran voce, come Malika e Karima (ve la ricordate? ex Amici pure lei), però la canzone è una noia. Come detto, studia da Malika ma per ora è un vorrei ma non posso.

Nina Zilli: voto 5.5. Mi aspettavo molto di più dalla canzone, ma sempre restando nel suo genere non è male.  Pure un po’ troppo, sembrava un’Alexia un po’ più blues. Non che non l’apprezzi, ma poteva mettere un disco dei suoi. Sarebbe stato uguale. La sua voce non si discute.

Marco Masini: voto 6.5. Per una volta è un po’ ottimista. Finalmente. “Vivere, lasciarsi vivere, riconquistarsi”: oh bravo Marco, dai così. Fiducioso. La voce l’ha sempre avuta, stavolta la usa per dare messaggi positivi e ricchi di energia. Ecco, se fosse sul podio non avrebbe rubato niente.

Anna Tatangelo, pardon solo Anna: voto 1950. Questo è l’anno in cui questo brano avrebbe potuto essere considerato innovativo. “Sono unica come la luce della luna quando illumina”, "Libera come la nuvola nel vento che si dondola": ah ma sono serviti Silvestre e Palmosi per scrivere ste similitudini insospettabili? Un coacervo di cervelli che chissà cosa potrebbe regalarci se solo lo lasciassimo esprimere in qualsiasi occasione. Ovviamente la cara Anna si è fatta piallare, perché sul palco dell’Ariston non sembra la felina che è di solito.

Joe Bastianich: voto 3. Evitabile. Anzi, proprio da evitare. “Quando quando quando” mancava proprio. Anche i cecchini hanno mancato Joe. Occasione persa.

Raf: voto 3. Il testo sembra scritto da Amedeo Minghi per quante parole pretende di infilare in ogni frase. Le occhiaie sono entrate all’Ariston con biglietto a parte, le corde vocali - come temevo - sono rimaste in qualche cassetto. Dai tempi del concerto di Radio Italia in piazza Duomo il caro Raffaele è l’ombra di se stesso. “Le api che si posano sui fiori” e la sua voce che non ci arriva rappresentano il declino di un mito. Mai più come prima.

Biagio Antonacci: voto 5. Arrivare dopo Raf era facile: sei un superospite, dovevi solo cantare senza stonare. E invece non t’è riuscita neanche sta magia. Biagio, vai adagio ma torna a casa per favore. “Il mio cuore è qui, a Sanremo” urla. Appunto, nulla da dire sul cuore. Sulla voce invece…

Il Volo: voto 5.5. Sono vestiti da un emo con la passione per la corsa, quindi già fanno ridere. Sono uguali a loro stessi e già da loro stessi non mi esaltavano. "Dimmi chi sei respiro dei giorni miei d'amore", no ma stiamo scherzando? Tre giovani nel 2015 cantano una cosa del genere? Non si sentono un pelo fuori posto? Le loro voci non si discutono, discuto solo quante saranno le persone che avranno il loro cd in autoradio e canticchieranno le loro canzoni in coda in tangenziale.

Irene Grandi: voto 6. La Irene non si discute, non è una che si è improvvisata cantante. E non è neanche una che ha bisogno di un palco per farsi notare. Per questo posso capire la scelta di un brano che non decolla mai. E che però neanche potrà vincere, visto che non è la vera Irene. Eppure il brano mi incuriosisce, secondo me migliora con gli ascolti.

Lorenzo Fragola: voto 6. Brano di Fedez, che batte facile facile tutti i brani scritti da mister Modà. Si mangia le parole e quindi il voto dovrebbe essere sospeso, perché sembra la Malika della prima serata da questo punto di vista. Però sarà un tormentone, il brano è orecchiabile. Buon esordio.

Angelo Pintus: voto 4.5. Ma ce n'era bisogno? Il Festival potrebbe finire tranquillamente un'ora prima se non ci fosse gente come lui (inutile anche normalmente), Charlize Theron (gnocca, brava e intelligente, ma inutile in un contesto del genere), Vincenzo Nibali (campione, esempio per ciclisti e appassionati di sport, ma sul palco non ci fa una beata amazzone) e compagnia cantante. Pintus in particolare è stantio. Sì, sono esigente, ma neanche Adam Kadmon riuscirebbe a svelare il mistero del perché sto tipo riesca a riempire i palazzetti.

Biggio e Mandelli: voto 4. Non hanno un senso. Si credono Elio e le storie tese incrociati con Cochi e Renato, peccato che siano solo un fenomeno da baraccone. Baraccone sì, perché è tutto un circo urlato. "... generazioni nonostante il giramento di coglioni" è una strofa che non ha un senso, la parolaccia scappata per sbaglio non fa ridere e loro non comunicano. Potevano lasciare il posto a un cantante.

Bianca Atzei: voto 2.5. Altra figlioccia di Kekko dei Modà e "Io ti amo mentre dentro muoio" è insopportabile. La platea la accoglie con un applauso freddo non si sa se per il vestito orrendo, perché ha già subodorato che il brano sarà una lagna patetica o perché sa che la cara Bianca è doppiata da Amanda Lear. Non ci sarebbe nulla di strano se intonasse a un certo punto "Voulez vous randez vous tomorrow" e si trasformasse in Giusy Ferreri. Insomma, la Atzei è un mix che più che convincere sarebbe da buttare nell'umido. Se ha inciso solo 5 brani in carriera ci sarà un motivo.

Moreno: voto 5.5. Senza lode e senza infamia, è lui come è di solito. Niente di nuovo. Il brano l'hanno scritto come neanche Honda in Street Fighter: con mille mani. E forse è questo il problema: parole buttate a caso. "Crudo, spietato, diretto": c'era bisogno di tutta sta gente per scrivere strofe del genere?

Siparietto vari dopo 3 ore di diretta e gara dei big e dei giovani finita: voto 2. Perché? Amendola, Argentero, promozioni di film e messaggi formativi vari, Boiler, Conchite Wurst di vario tipo che senso hanno? Per inciso, Conchita è vero che non si deve giudicare una persona dall'aspetto, tu sei strabrava, ecc... ma la barba, dammi retta, ogni tanto fattela. Ah, e visto che non hai le tette magari l'abito scollato fino all'ombelico evitalo. Oppure fatti una quinta siliconata che almeno offri qualcosa da vedere. Peraltro quello di Conchita è probabilmente l'abito più carino visto questa sera.

Emma Marrone: voto basta. Non sa leggere, non riesce a camminare, non becca una battuta un minimo divertente neanche quando ci si impegna. Ma pescare una qualsiasi ospite da una casa di riposo? Sarà vecchia, ma almeno un minimo più sveglia.

Arisa: voto 4. Simpatica come pochi, nel senso che pochi sono così poco simpatici quanto lei. Spontanea come un copione scritto fitto fitto. Se non la guardi, sembra di sentire un'infante. Se la guardi, sembra infastidita dall'essere a Sanremo. Incomprensibile.
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