Festival di Sanremo, le pagelle della finale
Eccoci alla finale del Festival di Sanremo. Impossibile quindi rinunciare alle nostre ormai tradizionali pagelle. Il mio gruppo di superespertoni ci siamo impegnati anche per questa ultima lunghissima serata. Le pagelle della finale sono la media del voto dato al testo e quello dato all'interpretazione. Chiaramente il testo spesso non è scritto da chi lo canta e quindi non imputiamo colpe agli artisti, sia chiaro. E' solo un voto dato all'esibizione. Anche perché facciamo tutto con la massima ironia, senza acidità né voglia di offendere, né tantomeno la presunzione di essere critici musicali. Quindi, su, ridete un po' che è gratis. Nessuno se la prenda.
Annalisa
"Una finestra tra le stelle": voto 4. "E in un istante io ti regalo il mondo. Baciarti e poi scoprire che l’ossigeno mi arriva dritto al cuore solo se mi baci te": in sostanza ci viene detto che sta poverina da sola non vive. Caspita che brano femminista. Voto totale: 5.5. Presenta Emma, canta Annalisa, l'in bocca al lupo glielo fa Alessandra Amoroso. Manca solo Garrison che fa due prese insieme a quel volpone di Gianni Sperti e torniamo ai tempi di Maria. Ci provano a boicottarla, ci provano pure i costumisti. Eppure lei, nonostante quel "aaah aaah" da "E' quasi magia Johnny" è convincente e coinvolgente. Peccato per il testo di Kekko dei Modà, così ovvio e banale da penalizzarla.
Malika Ayane
"Adesso e qui": voto 5.5. "Lascia non esista mai. Silenzi per cena. Conoscersi. Lasciarsi le mani. Non è quello che ci spetta. Né buone idee. Né baci per strada". Eh? Malika è raffinata e non per tutti. Ma qui non è proprio per nessuno. Chi la capisce? Sul serio, già lei miagola e quindi ti ci devi concentrare, se poi devi anche cercare di capire cosa dice. Che fatica. Voto totale: 6-. L'in bocca al lupo di Caterina Caselli ci fa capire che evidentemente è sola al mondo, manco un amico diverso dal produttore. A un certo punto si capisce nitidamente "Lanciarsi le mani", che pare essere la versione raffinata di "Oh zio ti metto le mani in faccia". E che dire del divino inquisitore sul "Non desiderare, no non desiderare"? Interpretazione come al solito teatrale della cara Miagolika. La voce c'è, la personalità pure, ci mette un'intensità che hanno in pochi, ma ci si deve impegnare troppo per ascoltare questo brano. Impegnativa.
Marco Masini
"Che giorno è": voto 7. "E non sentire il gusto del sole a Ferragosto": insomma, o la tipa di Marco non può prendere il sole nei giorni più caldi dell'estate. Fin qui una campagna per l'uso delle creme solari e la tintarella responsabile. "Vivere cadere vivere e rialzarsi vivere, ricominciare come la prima volta. Dimmi che adesso t'importa. E smettila di smettere". Allora, lo "smettila di smettere" è un po' impegnativo, ma tutta la strofa in sé lancia un messaggio comprensibile: "Su dai, alzati e piantala di fare la frignona". Oh finalmente qualcuno che striglia chi si lagna. Voto totale: 7. Al terzo ascolto te la fischietti volentieri, ecco magari se urlasse in modo meno sguaiato sarebbe il massimo. Ma non si può snaturare uno che ha sempre cantato così. Doveva essere il Festival del riscatto e il caro Maso c'è riuscito in pieno.
Chiara
"Straordinario": voto 6. "Se un giorno io volessi di più di tutto quello che già ho, ti troverei dentro un'altra vita con lo stesso sguardo perso ma sincero". Il concetto è sempre lo stesso mielose di "comunque tu sei tutto per me e quindi anche se volessi cambiare vita troverei ancora te", però non è male. Il testo si capisce e non è sempre del tutto così scontato. Voto totale: 6. Ecco, chi la veste non ha ancora capito che gli spacchetti in zona fianchi non la rendono oltremodo filiforme (nonostante la tv le attribuisca chili che in realtà non ha). Al terzo ascolto convince meno, le strofe infinite suonano quasi irritanti. Mi scende dal podio, la cara Chiara.
Gianluca Grignani
"Sogni infranti": voto 6.5. "Sapessi per le strade quello che ho sentito dire ma non me ne vado. Perché un azzurro fiume scende da quelle colline e non è un caso" ah se lo dice Grignani che non è un caso. Ha delle cadute di senso tipo questa, però il resto del brano ha significato. Peccato che Grignani non lo evidenzi cantando, ma bofonchi. "Ma io se solo io fossi Dio avrei un sentimento anche io come gli altri uomini o santi ingannati dai tanti sogni infranti": disilluso e amareggiato, è pienamente nel personaggio. Disagio è il suo secondo nome. Voto totale: 5. A un certo punto si dondola che sembra che abbia un Ipod nelle orecchie in cui c'è tutt'altra musica. Si capisce solo metà del testo. Peccato perché se ci mettessero le parole in un sottopancia come al karaoke, forse capiremmo finalmente cosa vuole dire.
Nek
"Fatti avanti amore": voto 5.5. Ecco ogni tanto scade nell'ovvio, tipo "Abbiamo gambe per fare passi, trovarci persi, avvicinarsi e poi abbiamo bocche per dare baci", "Siamo due braccia con un cuore". E la casetta con il comignolo con il fumo che esce quando ce la disegni, piccolo Filippo? Però il caro Nek si conferma un puro: "Siamo due braccia con un cuore, solo questo avrai di me. Fatti avanti amore". Della serie: di sesso non se ne parla. Voto totale: 7. A parte il direttore d'orchestra che si presenta con dei pantaloni simil tuta evidentemente comprati alla Decathlon, a me la sua performance piace (quella di Nek, il direttore non lo so giudicare), il brano mi gira in testa. Se non finisce sul podio, con le Bianche Atzee che girano ai tempi d'oggi, io faccio casino. Ve lo dico.
Nina Zilli
"Sola": voto 5. "Morirò di solitudine". Oh bene così. Brava Nina, un bel brano incoraggiante e che ti dia una spinta per il futuro. Certo, la spinta non giù da un burrone però. "Sola gli altri ballano, è così che andrà a finire. Succede solo a quelli come me": non sarà un testo troppo ricco di speranze e illusioni positive? Una botta di vita eh. Voto totale: 5.5. Il vestito plasticato e le movenze ingiustificate da Jessica Rabbit non alzano il voto. Nina, questo è il mio blues.
Dear Jack
"Il mondo esplode tranne noi": voto 5. "Cerco un sorriso dentro a un pianto ai piedi di un tramonto. Sei quella scoperta che non passa, che muove cielo e terra". Oh finalmente un testo nuovo, con contenuti diversi dal solito. Ah ma è quello della canzone che cantano i Dear Jack. No no, allora solita solfa. "A te che dormi mentre sei qui nascosta tra cielo e terra. Diventi aria": flatulenze di una profuga nel testo della band simil Modà. Poverina la fidanzata dei Caro Giacomo. Voto totale: 5. Il videomessaggio di in bocca al lupo glielo fa Kekko dei Modà, giusto per fugare ogni dubbio: sì, i Caro Giacomo sono i cloni dei Modà. Il ciuffo del cantante è più alto del voto che mai potrò dare a questo brano.
Alex Britti
"Un attimo importante": voto 5.5. "Siedi sul tetto del mondo e guardalo girare. Chiudi in silenzio la porta, ma solo per restare": sì è vero che il mondo che gira e lei che rimane lì a guardarlo non è una delle immagini più fantasiose del mondo però perlomeno ci prova. "E allora guardami toccami stringimi ti prego fallo ancora": eccolo lì. L'altra volta Alex l'amore lo faceva da sé, stavolta almeno lo chiede a una compagna ed essendo abituato a farlo da sé le chiede di farlo ancora. Mica scemo. Voto totale: 5. Lo smoking gli dona un sacco, anche l'intonazione gli donerebbe. In realtà lui a tratti se ne disinteressa e si sente. Alex, per me a queste condizioni è proprio no.
Moreno
"Oggi ti parlo così": voto 3. "Sul Tom Tom via del successo. Poi non so cosa è successo. Sarà che non ho mai dato nulla per scontato e puntato su chi mi ha raccontato qualcosa di vero. Zitto per zitto significa segreto. Dritto per dritto e un concetto concreto". E "ammazza la mazza" non ce lo vuoi mettere Moreno? E "la pizza che puzza nel pozzo" dove l'abbiamo lasciata? Ce la giochiamo nel prossimo album? Tettintendiditettiritinti. Voto totale: 4.5. Le giacche gliele sceglie evidentemente l'Unione italiana ciechi. Lui è pieno di energia, anche se qualsiasi cosa dica ha sempre quell'aria da rappresentante della Folletto che non lo rende molto aggressivo. Purtroppo lo penalizza un testo che non ha capo né coda.
Bianca Atzei
"Il solo al mondo": voto 3. "So che non serve a niente però io ti amo mentre dentro muoio. No, tu non puoi capire che sei il solo al mondo con cui voglio stare". La solitudine è fra noi, questo silenzio dentro me... ah no, non c'entra con le vecchie canzoni d'amore trite e ritrite? Strano. Non è colpa sua, lo abbiamo già chiarito. La colpa è di chi l'ha buttata su quel palco a cantare un testo che era vecchio già all'epoca di Nilla Pizzi. Vola colomba, tu che puoi vola lontano. Voto totale: 3. La sua voce sembra quella di Geppy Cucciari incrociata con qualche sfumatura di Giusy Ferreri. Sembra un fluire continuo di parole, non c'è spazio fra le strofe e quindi diventa un discorso che non si vuole ascoltare. La finale è stata un regalo eccessivo, un'illusione.
Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi
"Io sono una finestra": voto 6.5. "Io non so mai chi sono, io sono per la gente coscienza iconoclasta volgare e irriverente ma questo è solo un corpo il riflesso grossolano di donna o forse uomo comunque essere umano". A parte il fatto che a "iconoclasta" l'italiano medio abituato a tronisti e Biggi e Mandelli vari si sarà grattato la testa con aria da primate, è un testo che esprime sentimenti disarmanti. Peccato sia cantato dalla Di Michele e parlato da Platinette. Voto totale: 5.5. Il brano, nonostante gli ottimi agganci di entrambi, non sarà praticamente mai trasmesso in radio perché non è per nulla radiofonico. L'intento è nobile, però da questo duo non ci si può aspettare un'interpretazione che vocalmente coinvolga. Il problema è averli fatti esibire dopo mezzanotte: la palpebra già stava calando.
Il Volo
"Grande amore": voto 4.5. "Chiudo gli occhi e penso a lei , il profumo dolce della pelle sua è una voce dentro che mi sta portando dove nasce il sole". I tre Tenores con l'acne (è detto in modo affettuoso, non perché davvero abbian l'acne ma perché sono molto giovani) partono nel modo più retorico possibile. Però diamo loro qualche chances. "Amore, sei il mio amore per sempre, per me. Dimmi perché quando penso, penso solo a te, dimmi perché quando amo, amo solo te
dimmi perché quando vivo, vivo solo in te grande amore". No, non c'è verso. Non si riprendono. Voto totale: 5.5. L'in bocca al lupo glielo fa Placido Domingo dicendo "Cari amici di volo": è evidente che non li conosca e pensi che siano compagni di decollo. L'aspetto più fastidioso dell'esibizione dei Tenores è comunque la claque che appena uno di loro fa un passo urla come se avesse fatto un do di petto modello Callas e Pavarotti insieme. Neanche ad Amici.
Nesli
"Buona fortuna amore": voto 5.5. "Dammi tutto adesso, tutto quello che hai": gli mancano il passamontagna e una pistola ed ecco il Nesli rapinatore. "Dammi l'amore in faccia e i morsi sulla carne": qui Nesli tira fuori il frustino e diventa sadomasochista. "Basta, dai non ce lo lascio il cuore un'altra volta": anche i giochi erotici più aggressivi hanno un limite, pena la morte. Cosa avrà ispirato Brando per questo testo? Ho paura di saperlo. Voto totale: 6-. Niente, la voce lui non ce l'ha eppure urla. Però il terzo ascolto giova.
Irene Grandi
"Un vento senza nome": voto 7.5. "Intanto molto lontano da qui io ti vedo, ora sorridi così hai lasciato e ti chiedi chi hai amato", cioè capito? C'è chi parla di lui che non mi vuole, io che non lo voglio, ci ameremo per sempre e lei, Irene, ci racconta di una donna che si è lasciata alle spalle una storia d'amore con tutti i dubbi che questo comporta. "Non sei più tornata, sei stata di parola, non ti sei fermata, con il vento sei andata via da te,via da qui, via da tutto quello che": ehssì, la cara Irene è più matura di tutti gli altri. Alcune parti ricordano "Time after time", ecco perché la si ricorda in fretta. Voto totale: 7.5. Ha un'intensità di interpretazione che anche con un brano senza un ritornello vero e proprio e che di fatto non "decolla" mai riesce a trascinarti.
Lorenzo Fragola
"Siamo uguali": voto 6.5. "Passerà, stanotte passerà e forse torneremo ad amarci": ecco, hanno litigato. "In fondo il nostro è amore, usiamo stupide parole perché è stupido chi pensa che non serva anche il dolore e siam vicini ma lontani, e troppi tentativi vani" sì vabbè, tre civette sul comò. Allora diciamo che vale tutto pur di fare rima e siamo a posto. Poi, va detto, che il brano si riprende e il testo diventa interessante. Certo, il ritornello ricorda un po' "The rithm of the night". Voto totale: 6. Se avesse portato il brano con cui ha vinto X Factor, scritto peraltro da lui, avremmo incoronato la nuova stella del pop a Sanremo. Purtroppo non riesce a liberarsi della timidezza, è un continuo vorrei ma non riesco.
Gianna Nannini: voto 6. Arriva sul palco con "L'immensità" e ti incanti ad ascoltare. Poi inizia "Sei nell'anima" e vien giù il mondo. Anche le sue corde vocali e la sua presenza nella canzone, visto che la cara Gianna pezza l'attacco, anticipa il ritornello e stecca. Detto ciò, il testo è un capolavoro che Kekko dei Modà mai potrà raggiungere. Anche perché se si impegna, il massimo che raggiunge è "Sono unica come la luce della luna quando illumina".
Giorgio Panariello: voto 7. Si ride di gusto, si ride non costretti ma perché Panariello fa ridere. Altro che Siani e Pintus. Prende in giro i politici non con luoghi comuni, ma con battute comunque intelligenti. I riferimenti all'attualità non mancano, col sorriso. Finalmente. Peccato per quello scivolone su "Tutti assolti, l'unico in galera è Corona". Un po' troppo populista e acchiappapplausi. E tanto che ci siamo, facciamo un passo indietro fino alla serata precedente. Virginia Raffaele: voto 13. Due in meno di Samantha Cristoforetti semplicemente perché la Sam è un patrimonio dell'umanità. Virginia si mette talmente bene nei panni di Ornella Vanoni che in tanti pensano che sia l'originale. Anche perché fa l'ubriaca quasi meglio della Vanoni. Fa ridere, come sempre, ed è fra i pochissimi comici a non subire la maledizione dell'Ariston. Sogno un Festival condotto da Virginia Raffaele, Lucia Ocone e Paola Cortellesi. Lì si potrebbero anche far cantare tante Bianche Atzee e Biggi e Mandelli come se piovesse. Non se ne accorgerebbe nessuno.
Carlo Conti: voto 5. In tutte le serate alla sufficienza non arriva. Ma non per cattiveria, è solo che tende a buttarla in caciara tanto per fare. Sul finale del Festival è migliorato, sicuramente. Però sembra sempre di vederlo condurre l'Eredità. A fine puntata riparla di sé in terza persona: "C'era una volta un dj". Mobbasta.
Emma e Arisa: 5. Son migliorate tanto nell'ultima serata, dai ammettiamolo. O forse siamo noi che ci siamo assuefatti alla loro imbarazzante impreparazione. L'ironia e la simpatia sul palco del Festival sarebbero auspicabili, per carità. Però magari portate da artiste preparate e che lo facciano nel rispetto del pubblico. Quel "Chissenefrega io sono una cantante, non una modella" pronunciato da Emma a inizio serata grida ancora vendetta.
Rocio Munoz Morales: chi? Ah, l'appendiabiti. La fidanzata da Raul Bova sarà ricordata, al massimo per i prossimi due giorni in ogni caso, solo per i suoi cambi d'abito al Festival di Sanremo. Della sua travolgente bellezza e conturbante personalità neanche l'ombra. Voto: 2.5.
Will Smith: voto 8. Un ospite del genere che viene buttato sul palco a mezzanotte e dieci, quando tutti hanno un sonno maledetto dopo cinque serate impegnative, mi sembra abbastanza crudele. Ma mica per lui. No no, per il pubblico. Come fai a goderti l'immenso Will Smith quando sai che ci sarà ancora almeno mezz'ora di nulla prima di conoscere il vincitore del Festival di Sanremo? Lui tiene botta, come sempre, e si dimostra un vero showman. Però la prossima volta, sempre ammesso personalità del genere servano al Festival, magari fatecelo gustare un paio d'ore prima.