Festival di Sanremo 2017, le pagelle della prima serata: Mannoia per acclamazione, un dottore per Al Bano
Ed eccoci anche quest’anno, implacabili come le tasse, il mestruo e le vicine di casa impiccione, a commentare il Festival di Sanremo. Le pagelle della prima serata saranno come al solito velenosette. E come al solito preciso che si tratta di ironia. Nessuno se la prenda, si fa per ridere e scherzare. Non c’è niente di serio. Però se non vincono Fiorella Mannoia, Paola Turci, Fabrizio Moro o Samuel entro in sciopero.
Anteprima voto 5. In sostanza se non vinci è meglio. Gli spezzoni del passato evidenziano proprio questo. Insomma, una conferma dopo lo strazio di Volo e principe decaduto-nanetto erotomane-tenore sconosciuto. Va detto che comunque le canzoni del passato non sono quelle di oggi. Per dire, “Carlo” di Celeste Gaia non può di certo essere paragonata a “Piazza Grande” di Lucio Dalla. Canzoni a parte, il montaggio è evidentemente opera di qualcuno che ha le idee poco chiare: una cavalcata da Nilla Pizzi ai giorni nostri che a un certo punto torna indietro ponendo l’accento su Luigi Tenco (ecco, magari “Luigi Tenco non classificato” giusto giusto per infierire visto che poi il poverino si è ammazzato non è proprio il tocco di eleganza che ci si aspetterebbe) e poi che fa? Resta su Tenco e fa partire un omaggio, direte voi. No. Ci propone i protagonisti del festival di quest’anno che ci parlano di social network. Geniale la frase di Fiorella Mannoia: “Di alcuni mi sono fatta spiegare chi è così non faccio brutte figure”. Fiorella ha già vinto.
Tiziano Ferro voto 8. Presenza da scindere. Voto 6.5 nella prima parte. Adatta la voce a Tenco, ma non è così tormentato come Tenco e quindi ne esce bene, ma non benissimo. Siamo ad alti livelli, non si discute, e forse solo Tiziano Ferro avrebbe potuto interpretare Tenco. Incarnarlo no però. La coda finale dell’orchestra fa molto Blade Runner, ma come omaggio ci può stare. Seconda parte da 9.5. Fa venire la pelle d’oca come sempre. Tiziano, se posso: sta cosa del “Sarà che piove da luglio” di “Conforto” di preciso a che zona del mondo si riferisce?
Giusy Ferreri voto 5 . La vicinanza con Suraci, patron di Rtl, l’ha trasformata in una Bianca Atzei 2. Si sa che quando paghi uno e prendi due ti devi accontentare e quindi ecco capelli e portamento uguali all’asina che raglia. Peccato. “Fa talmente male” si riferisce forse al suo look. ”Non riesco più a sentire il suono della voce”, ecco Giusy neanche noi. Questo ritmo gitano non le si addice e soprattutto il ritornello non prende. Mi duole dirlo, ma l’obiettivo resta farla arrivare un gradino sopra la Atzei.
Fabrizio Moro voto 7.5. Se l’avesse cantata Battiato, sarebbe stata “La cura 2”. Tipicamente Moro, lo stile è inconfondibile e ad avercene così in Italia. Firma il brano, a differenza di altri che interpretano solo prodotti preconfezionati. Molto simile a “Eppure mi hai cambiato la vita”, che peraltro è sua quindi non ha rubato nulla a nessuno. Poi, oh, è pure decisamente un bel figliolo. Non vincerà, perché gli saranno sicuramente preferiti dinosauri come Al Bano. Merita il podio però.
Raul Bova voto 3.5. Cercano di farlo passare per il mister Grey della Garbatella, ma è davvero qualcosa di insostenibile. Bello lo è sempre stato, a più di 40 anni e dopo svariati film essere considerati ancora solo per questo dovrebbe farlo riflettere. Neanche quando vede Rocio si scioglie. Eccheccosè? Palo con la giacca.
Elodie voto 6.5. Come ogni Sanremo, l’unione nazionale ciechi - magari lo facessero davvero - veste molti cantanti sul palco. Brano molto sanremese, la voce c’è e non si discute. Lo stile ricorda quello di Nina Zilli, gli urli lanciati qui e là sono tipici di Emma Marrone, così come la parte “parlata” ricorda “Dimentico tutto” della suddetta Marrone. Non vincerà, ma saranno i capelli che dal rosa suino sono pervenuti a più miti consigli o sarà il fatto che comunque questa canzone le si addice perfettamente, merita di arrivare fra i primi cinque.
Volontari sul palco voto 8. Avrebbero raggiunto il 10 se avessero portato via Al Bano e Clementino.
Populismo voto 1. L’Ariston si sveglia solo quando c’è dell’ipocrisia nell’aria, la sente, la annusa e si alza in piedi tributando il più scontato degli applausi. Al solito.
Lodovica Comello voto 4.5. Vorrebbe imitare Carmen Consoli, ma se io fossi la Consoli adirei le vie legali. Se fosse più veloce, potrebbe avere un ritmo alternativo, così è un già sentito e pure un già sentito bruttino. Neanche a dirlo, pure lei ha un abito abbastanza ridicolo. Lodovica, ci hai provato. Ecco, basta.
Maurizio Crozza voto 2. Lo hanno lasciato a Milano. Sbagliato. Potevano portarlo, chessò, in Russia, dove magari il segnale andava e veniva. Fa ridere solo Carlo Conti e i parameci dell’Ariston. Abbiamo capito che Carlo e Maria sono una strana coppia e che sono stati uniti per avere pubblicità e audience. Mia nipote Zoe di due anni ci ha messo trenta secondi per capirlo, Crozza invece ha buttato tre minuti per spiegarlo. Ma mandare in onda vecchi sketch del trio Lopez-Marchesini-Solenghi no? Sono a costo zero e fanno ridere molto di più.
Fiorella Mannoia voto 9. Tipicamente Mannoia. Italia, se ci sei falla vincere per acclamazione. E’ una nuova “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni, ma meno pesante quindi merita tutto il successo possibile. Fiorellona non tradisce e la ringraziamo perché iniziavamo a pensare che questo Festival non potesse regalarci grandi gioie. Questo brano, peraltro complimentoni ad Amara e fatele scrivere più canzoni per favore, potrebbe essere un rap di grande successo.
Alessio Bernabei voto 3. Arrivare dopo la Mannoia è una punizione divina, lo so. Il suo ciuffo e la sua espressione vacua pure. Modaiolo, stucchevolmente modaiolo. Quello’”ooh oooh oooh” è da Nek. Ma lui, suo malgrado, non è Nek. Il suo brano è un già sentito, per dire ricorda anche un mix fra Nesli, David Guetta - gli piacerebbe - e i Modà. Ecco, se sei simile ai Modà meriti di tornare a casa. In autostop. Sotto la pioggia. Ciao Alessio, se arrivi fra i primi cinque sciopero per 12 mesi.
Carmen Consoli voto 7.5. Mangia figlia mia, mangia.
Al Bano voto 2. Basta. Per favore, lo chiedo per pietà. Alby, hai anche avuto due infarti. Il tuo fisico ti ha detto basta. Prima te l’avevamo detto in tanti, ma non ci sentivi. Adesso il cuore ti ha lasciato, la voce durante la prima serata pure. Sei a Sanremo, prendi la macchina e ci impieghi due ore ad arrivare a Milano a vedere i cantieri della nuova linea della metropolitana. Dai su, fai come tutti quelli della tua età. Chiamate un dottore.
Samuel voto 7. Di faccia e look assomiglia sempre di più a Neffa, ma lui è decisamente meglio. Al primo ascolto il brano dice poco, dopo migliora e convince perché è tipicamente Subsonica. Un po’ modello “Istrice”, senza bestemmiare perché “Istrice” è un capolavoro. Non vincerà mai, merita di stare tra i primi cinque. Ricorda a tratti “Salirò” di Daniele Silvestri.
Paola voto 12. Come Paola chi? Paola Cortellesi, l’unica divina sul palco nella prima serata di Sanremo. Ecco, clonatela. Anzi no, semplicemente fatele condurre tutto. Dal tg a Sanremo, passando per il programma di Marzullo e Porta a Porta. Genio indiscusso e indiscutibile. E’ pure intonata. Ah sì, con lei c’era anche Antonio Albanese. Voto 7, buona spalla.
Ron voto 4. Ma il testo è di Minghi? Ha più parole di quelle che potrebbe consentirgli la metrica. E’ un “Il più grande spettacolo dopo il big bang” brutta, lenta, vecchia e tristemente sanremese. Rosalino sul palco sembra Aleandro Baldi, con quegli occhiali scuri. Spiace, ma torna nel Pavese. Ti aspettano , Ron.
Clementino voto 3. Mi aspetto da un momento all’altro “Faccio la pipì, faccio la pupù e penso ad Angela” talmente è sempre più uguale a Checco Zalone. Il problema è che lui è davvero convinto che Sanremo gli possa essere utile e che a Sanremo faccia ancora strano fare rap con un tocco di napoletanità inutilmente ostentata. “Ragazzi fuori”, ecco anche Clementino si accomodi.
Ricky Martin voto Ripensaci. Dai su, Ricky, diciamolo chiaramente: non conviene né a me né a te nascondere la nostra relazione e trincerarla dietro la tua omossessualità. Usciamo allo scoperto, comincio io. Allora Ricky è un manzo che Raul in confronto è Zia Assunta del telefilm “La Tata”. Fa niente se si dimentica le parole della sua canzone che io, per motivi che non vi sto a spiegare ora, ascolto da mesi. Fa niente. E’ ammaliante anche quando cambia mano col microfono. Possibile averlo come ospite fisso? Fa svegliare tutto l’Ariston, nonna Parodi compresa. Se non è un miracolo questo…
Ermal Meta voto 6.5. Niente di che. Canzone di denuncia molto in stile “La fame di Camilla” da cui arriva proprio Meta. Non male, fra i primi dieci, ma sicuramente nulla di eccezionale. E’ il tipico inutilmente big di questo Sanremo.
Carlo Conti voto 5. Come sempre poco incisivo, poco utile e inutilmente servile con tutti, scalinata compresa. “Quest’anno al mio fianco una donna eccezionale”. Tradotto: “quelle dell’anno scorso a Maria je spicciano casa”. Se ci fosse Tina Cipollari al suo posto, il festival sarebbe una bomba.
Maria De Filippi voto 10. Dopo la febbre me l’aspettavo col pigiamone di pile, le babbucce e la tisana allo zenzero, invece riesce anche a vestirsi in modo normale. Chiaramente è lei la padrona della scena e, come sperato, confina in modo impercettibile ed elegante il leccapiedi Conti in un angolo. Con lei tutto diventa “C’è posta per te”, ma la sua ironia intelligente rende tutto godibile. Se ci fosse stato Vessicchio sarebbero stati una grande accoppiata.
Beppe Vessicchio voto 10. Lui c’è, non si vede ma c’è. Se n’è andato, lo hanno deluso, ma noi rimarremo sempre insieme a lui. Beppe e la sua barba sono il Festival di Sanremo e questo il Festival lo sa. #FreeVessicchio
Diletta Leotta voto 5. Belle le tende damascate che le hanno messe addosso. Starebbero meglio alle finestre di un palazzo ducale però. Ecco, vestita così magari io non parlerei di foto osé. “Colpo molto violento”, ecco Diletta, come dire… Visti i video che avevi sul tuo telefono, certi termini li eviterei. La ragazza comunque è timida: lo spacco del vestito in effetti le tonsille non gliele mostra. Diletta, io sono con te.