Festival di Sanremo 2017, le pagelle della seconda serata: Paola Turci e Giorgia da brividi, male i giovani
Dopo le pagelle della prima serata, non potevano mancare quelle della seconda serata del Festival di Sanremo. Il mio gruppo di esperti ed io abbiamo tenuto occhi ed orecchie ben aperti per fornirvi la nostra consueta dose di velenino, ironia e un pizzico di sano cazzeggio. Anche stavolta si fa per scherzare, nessuno se la prenda. L’ironia è alla base di queste pagelle. Certo è che qualcuno deve liberare Peppe Vessicchio e far arrivare Paola Turci almeno sul podio, altrimenti faccio una strage di liquirizie ripiene alla fragola che neanche ve la immaginate.
Si comincia con le Nuove Proposte:
Le clip di introduzione di ogni giovane fanno molto Grande Fratello.
Marianne Mirage voto 6. Praticamente l’inizio è la traduzione di “Bang bang”, il resto è tipicamente Bianconi. Baustelle a piene mani e sarebbe pure un bel brano. Peccato che la voce della Mary abbia un alone di troppo e quindi non riesca ad entrarci davvero. Al secondo ascolto risulta meglio, e dal punto di vista radiofonico non andrebbe male. Siamo lontani dai brani di Renzo “Santo subito” Rubino, già concorrente di Sanremo giovani.
Francesco Guasti voto 5. Se gli va male con la musica, può fare la pubblicità della Proraso a fare il barbiere. Inizia col fastidioso sussurro. “Siamo fatti per essere fogli, dici biaccia che in tiaccia” capisco, ma non credo volesse dire questo. Se Anna Oxa qualche anno fa ci deliziò con un testo in cui pronunciava distintamente la parola “Tuobuo”, anche lui non scherza. Francy, se poi ci mandi il testo magari ci facciamo un karaoke.
Braschi voto 3. Si chiama come un comico e come la moglie di un ormai ex comico, ma ha la stessa faccia di Caccamo (quello della Sugar… sì, quello lì che nessuno si ricorda). Non ha un senso logico. “Nel mio mare ci sta la mmerda del mondo” (sì, cara prof che leggi, proprio con due m), “Sono figlio di un medico, di un tossico, di un mago”. Vabbè, ma Braschi ha una famiglia strana strana eh! Vuol fare il cantastorie alla De Andrè, forse è meglio se torna ‘ndrè. Ciao Braschi, ciao Braschi ciao.
Leonardo La Macchia voto 5. Si presenta vestito da prima comunione. Il brano è sanremese e infatti urla. E infatti gli capita pure di mancare l’appuntamento con qualche nota. Dispiace, ma non se la ricorderà nessuno.
Eliminati l’incomprensibile Braschi e la bianconissima Marianne Mirage. In finale va la mediocrità. Se i giovani sono questi, ridateci Antonio Maggio e la sua “Mi piacerebbe sapere”.
Il mago voto 6. Bravo, ma se doveva servire a illuderci che i quattro brani di prima siano stati solo brutti incubi ha toppato.
Bianca Atzei voto 3. Inizia con “Ti sembra strano lo capesco” e subito si ha l’idea che un monologo di Tea Falco in 1992 sia più comprensibile. Poi all’improvviso Bianca urla. E lì vorresti aver continuato a non capire. Sanremese del tutto a caso, sanremese in modo vecchio. Lei spalanca il gas e urla, urla in continuazione. Anche “Na na nana nanna” no eh, ve prego. La canzone è di Kekko dei Modà, quindi la sufficienza se la scorderebbe anche se fosse Madonna. Ora, ditemi voi cosa può avere Bianca Atzei più delle prime otto file dell’Ariston. Quindi, fatela accomodare lì.
Marco Masini voto 4.5. Quando entra ti aspetti di sentirlo urlare “Allah Akbar”, ma poi capisci che più che da terrorista è una barba da ostaggio e quindi speri solo che lo liberino presto. La canzone: tutta questa mania di scrivere nei brani più parole di quanto la metrica consenta sta diventando fastidiosa. Il ritornello sembra urlato in modo straziante. Si sente l’impronta di Zibba nei testi, nella voce ci sarà entro breve quella di un logopedista per quanto il povero Marco urli dal nulla.
Nesli e Alice Paba voto 2. Allora, parliamo prima di tutto del look. Nesli, mi stai simpatico ma sembri una veletta da vedova con tutti quei pois bianchi su fondo scuro. Alice, cara, non capisco perché tu sia fra i big e se porti il vestito come se fosse un’ostensione non mi fai cambiare idea.
La canzone: insieme questi due sono davvero fastidiosi. Sarà un problema di voci, sarà un problema di microfono, sarà che Nesli ha la voglia di un morto di stare su questo palco, ma davvero sono una coppia di “mal trà ‘nsema” come dicono al mio paese (tradotto: due persone messe insieme alla bell’e meglio).
Sergio Sylvestre voto 5.5. Niente, il cattivo gusto nel look dilaga. Non è che perché sei alto e grosso devi per forza metterti cose lunghe. Il brano: parole a caso e spesso incomprensibili per il Mario Biondi de noattri. Chissà che magari al secondo ascolto le parole si capiscano e questa accozzaglia di gorgoglii assuma un significato. La voce ce l’ha, impossibile negarlo. Però è ormai pienamente inquadrato nel gospel, vedi anche il coro di angioletti vestiti di bianco dietro di lui. “Di noi senza pari con le mani” credo di aver colto. Ma chi può dire se è davvero quello che voleva dire?
Gigi D’Alessio voto Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più? Dai su, ma ancora qua lo troviamo? Ancora il neomelodico squattrinato? Nino D’Angelo sarebbe stato più dignitoso, questo neanche s’è fatto la barba. Possiamo ripescare Mariella Nava o una Luisa Corna a caso?
Maurizio Crozza voto 3. A parte il fatto che chiamarla “copertina” dopo un’ora e mezza dall’inizio è così surreale che neanche Linus accetterebbe una copertina così. Ancora con sta storia di “Carlo e Maria”? Niente, non se ne esce. Ma mandare quattro minuti di prove di trasmissione non sarebbe più coinvolgente? Le risate sono finte, vero? Non posso credere davvero che l’Ariston, fatto solitamente da Anubi e i suoi seguaci, si esalti per l’ennesima imitazione di Mattarella.
Michele Bravi voto Lorenzo Fragola con qualche anno in meno. La sua voce è un mix fra Noemi e Fragola da infanti. Insomma, buono per lo Zecchino d’oro. Sinceramente non la capisco tanto, questa canzone. E’ una melodia un po’ alla Adele, ma non si capisce dove voglia andare a parare. Sicuramente sarà difficile canticchiarsela in metro. Bramino, ma niente di che.
Paola Turci voto 8.5. Mostra il volto segnato dall’incidente e già è la verità sul palco. Poi parte il brano e non finge di essere sanremese, è rock. E’ Paola. Deve arrivare sul podio, altrimenti l’Italia merita una schiera di Bernabei.
Robbie Williams voto 9. Cosa gli vuoi dire? Bello, spiritato al punto giusto, bello che è bello, tiene il palco come pochi altri al mondo. Voto 9 anche al suo spacciatore, sono anni che lo mantiene da dio.
Francesco Gabbani voto 5.5. Il maglioncino arancione con maglia bianca sotto fa molto videoclip casual. In “Amen” la sua voce sembrava meno nasale, qui sembra Luca Laurenti. Ancora sul filone evoluzionista come l’anno scorso. Carino, per carità. Ovviamente sarà dimenticata fra tre giorni.
Giorgia voto Spizzica du pezzi de focaccia ogni tanto. Se la mettono in controluce le fanno una radiografia sul posto. I suoi gorgheggi, un tempo fastidiosissimi, in questa serata sembrano celestiali. Alla fine dell’esibzione dice “Grazie”, ma noi ringraziamo te Giorgina. Vai e insegna alle asine a non ragliare e alle Comello a interpretare bene. Torna a Sanremo Giorgina, torna.
Michele Zarrillo voto 6. Senza lode e senza infamia. Scordiamoci i grandi successi, quelli appartengono a un’altra epoca di Zarrillo. Usa la parola “mani” in un modo così sconsiderato come neanche avrebbe fatto Gatto Panceri, però alla fine il compitino lo fa. Nulla di indimenticabile.
Chiara voto 6. Bella voce, come sempre. Molto in stile Arisa, decisamente incolore. Freddina, la canzone a tratti sembra l’evoluzione del concetto di “paese mio che stai sulla collina”. Insomma, Chiara deve traslocare.
Raige e Giulia Luzi voto chi???? La loro prima volta a Sanremo e sono fra i big. Ah beh ma saranno dei cantantoni allora. Chi? Lui è vestito come Francesca Cacace del telefilm “La Tata” e ci crede tantissimo. Lei sembra un abuso edilizio e ci crede quasi più di lui. Vabbè ma chiudete l’Ariston con loro dentro.