La radio sa regalare ancora belle sorprese. L’altra sera “Moby Dick”, in onda dal lunedì al venerdì su Radio 2 dalle 21, ospita il live di Cesare Basile. Basile è – fino a prova contraria – il più internazionale dei nostri cantautori. Basta scorrere la biografia per rendersene conto. In gruppo ha fatto da spalla anche ai Nirvana, da solista ha suonato con Hugo Race (Nick Cave & Bad Seeds), John Parish (chitarrista e produttore di P.J. Harvey). E’ siciliano e l’ultimo suo disco, omonimo nel titolo, è il più siciliano della sua carriera. Dopo una manciata di canzoni live, si congeda dalla trasmissione con “Sotto i colpi di mezzi favori”. Una canzone ispirata a una poesia di Danilo Dolci. Trovare le parole di Dolci in una canzone è un modo di fare i conti con la propria storia che non è solo siciliana. Dolci aveva una laurea in tasca, ma non si laureò, andò a Nomadelfia e poi cercò l’azione e si trasferì in Sicilia, nella provincia palermitana più povera. Un’azione nonviolenta, la sua, tanto da essere ribattezzato il “Gandhi italiano”. Fece uno sciopero alla rovescia, impugnando la Costituzione e l’articolo 4: lo Stato dovrebbe garantire lavoro e condizioni umane di lavoro. E così a Partinico (Palermo), invece di incrociare le braccia, le mise in movimento e assieme ad altri cominciò a sistemare una strada dissestata. Era la metà degli anni Cinquanta e sfidò Stato e mafia. Come risposta fu arrestato e processato. A difenderlo e a difendere quell’articolo 4 arrivò Piero Calamandrei, uno dei padri della Costituzione. Non bastò. Recuperare nel terzo millennio l’opera di Danilo Dolci in un album di musica è un modo per recuperare la storia e per tracciare una nuova via cantautoriale. Basile non è nuovo a tributi a Dolci, anche con reading durante i festival. Ma questa canzone ha il potere di rendere ancora attuale il messaggio di Dolci. Complimenti a Cesare Basile.