Quel ‘God save the queen’ che all’epoca – era il 1977, l’anno del Giubileo d’argento di Elisabetta II – sembrava di un’irriverenza assoluta nei confronti di Sua Maestà. Soprattutto se a cantarlo con un attacco del genere “God save the queen, the fascist regime” era una punk band su una chiatta sul Tamigi (l’esibizione fu interrotta quasi immediatamente). Ma ora quella canzone rischia di assumere ben altra connotazione. La Regina Elisabetta infatti, dovrebbe ‘benedire’ le celebrazioni dei 40 anni del punk inglese. Al figlio di Malcom McLaren e della stilista Vivienne Westwood viene l’orticaria al solo pensiero che ciò possa succedere. Per la storia, Malcom McLaren è quello che s’inventò il punk e i Sex Pistols, la band che suonava su quella chiatta. Vivienne Westwood era sua moglie, lui è scomparso nel 2010.

Tutto cominciò dal negozio ‘Sex’ che McLaren aveva aperto, catalogando il punk non solo ed esclusivamente come un genere musicale ma come una tendenza che si portava dietro quello che, all’epoca, potevano sembrare un mucchio di stracci (jeans strappati e canotte) e una lunga serie di oggetti da collezionare(quasi feticismo): soprattutto spillette ma non solo. Ora Joe Corrè, figlio di McLaren e Westwood, e che ha seguito in qualche maniera la strada del padre, diventando un manager assai modaiolo, ha lanciato il marchio ‘Agent Provocateur’ specializzato in lingerie, ma senza mai abbandonare quel vezzo di definirsi “attivista sociale”, ha annunciato una forma di protesta non così singolare ma sicuramente d’impatto. Il 26 novembre – la data non è stata scelta a caso (perché proprio quel giorno ricorrono i quarant’anni dell’uscita di ‘Anarchy in Uk’, il singolo che lanciava l’unico disco dei Sex Pistols ‘Never Mind the bollocks’, vera e propria pietra miliare della musica rock – andrà a Camden a distruggere la sua collezione di cimeli punk.

“La Regina in persona che inaugura, nel 2016, l’anno del Punk, è una delle cose più terrorizzanti che abbia mai sentito – ha affermato Corré in una conferenza stampa che ha definito (ovviamente) punk -. Parliamo del punk, una cultura alternativa che è stata assorbita dal mainstream. Più che un movimento volto al cambiamento, il punk è divenuto una sorta di pezzo da museo, un tributo o una cazzata così”. Preparandosi così, con tanto di appello ai fedelissimi punkettoni, a una furia distruttrice e non solo iconoclasta che rimanda, inevitabilmente, a quando i gruppi punk quarant’anni fa distruggevano gli strumenti sul palco.