C’è una canzone più delle altre che colpisce nell’ultimo album dei Radiohead “A moon shaped pool” ed è “True love waits”. E’ una canzone che ha una storia più lunga della genesi di questo album. Inizia 21 anni fa, quando i Radiohead cominciano a suonarla ai loro concerti e poi decidono di inserirla in un disco live. Una canzone in chiave acustica che parte come una dichiarazione d’amore e che si trasforma in supplica. Che Thom Yorke e i Radiohead, dopo averla riarrangiata, abbiano deciso d’inserirla nel loro ultimo disco, oggi – purtroppo – acquista un senso in più. Se ne è andata per sempre Rachel Owen. La professoressa Rachel Owen, italiana d’adozione (studiò a Firenze, insegnava letteratura medievale a Oxford), compagna per ventitré anni di Thom Yorke (il gossip nelle ultime settimane non l’ha risparmiato parlando di nuovi fidanzamenti, di anelli e di nuove relazioni interrotte), con cui ha fatto due figli. Si sono separati l’estate del 2015, non senza sofferenza, dopo ventitré anni (appunto) di convivenza. Il dolore per quell’addio – misurato dalle parole di chi ha tenuto sigillata a doppia mandata la propria vita privata come ha fatto e continua a fare Yorke – è tutto racchiuso nell’ultimo disco dei Radiohead. Un disco umano che parla di sentimenti e di separazione (soprattutto). E allora che “True love waits” dopo 21 anni venga inserita in un disco di studio non sembra più un caso. E’ una sorta di testamento con la voce malinconica di Yorke che si spezza, ricordando una storia finita male. E più che una dichiarazione d’amore nel finale, è proprio una supplica: “Just don’t leave. Don’t leave”. Una supplica ancora più forte ora che il disco gira e che Rachel, stroncata da un male contro cui ha lottato duramente, se ne è andata per sempre.