FINALMENTE gliele ha cantate giuste. Dopo essere stato zitto per troppo tempo, anche Giorgio Squinzi, presidente della Confindustria, ha ritenuto che la misura fosse colma.

Ha tuonato contro il premier Letta che va in giro per il mondo dicendo che l’Italia ha voltato davvero pagina e l’economia sta ora andando a gonfie vele. Ma dove è questa ripresa? L’avete, per caso, vista? Se gli sceicchi degli Emirati possono anche credere alla svolta congiunturale, vallo a spiegare ai giovani che cercano lavoro, ai disoccupati che crescono a ritmo esponenziale, alle famiglie con il portafoglio vuoto.

Bene ha fatto, quindi, il numero uno di viale Astronomia a prendere le distanze dal governo. Deve avere fatto un grande sforzo, mister Mapei, a tuonare contro il giovane Letta. Tanti anni fa, infatti, l’avevo chiamato “Monsignore” per via di quell’atteggiamento molto serio e diplomatico che gli appartiene fin da ragazzo e che gli ha consentito di trasformare, in quarant’anni, la piccola azienda di collanti del padre in una multinazionale presente in decine di Paesi del mondo.

Paradossalmente, ha fatto più presto a sfondare all’estero che in un’Italia paralizzata dalla burocrazia, capace di imbrigliare anche l’imprenditore più scafato e creativo. Così adesso, da presidente della Confindustria, non vede, ancora, i risultati del suo impegno pubblico: tutta colpa della forza d’inerzia di una macchina statale che soffoca le imprese. Se i dati congiunturali, come sostiene il presidente del Consiglio, possono, infatti, essere migliorati, i risultati concreti nella vita dei cittadini proprio non si vedono. Siamo ancora nel tunnel, con buona pace di Letta.
[email protected]