DA IERI sono più fiducioso sulle eredità che Expo potrà lasciare. La settimana scorsa, il “Buongiorno” aveva lanciato una specie di provocazione.

LA SPERANZA che l’Esposizione Universale non resti solo una grande vetrina, una immensa passerella, ma offra anche l’opportunità di una riflessione non banale sui problemi della fame nel mondo e sulla povertà di tanti popoli. Ho ricevuto una prima risposta e sono contento, perché il messaggio del nostro giornale, anche con l’iniziativa “Il pane del Giorno”, ha avuto subito ascolto. Diocesi, Caritas ed Expo daranno, infatti, vita al “Refettorio Ambrosiano” che aprirà le porte a chi è in difficoltà durante la rassegna e anche dopo. Non sarà il solito pasto caldo offerto dalle varie mense dei poveri: a preparare pranzi e cene saranno 40 chef stellati italiani e stranieri. Idea semplice e buona: non si darà da mangiare solo agli affamati, secondo il Verbo di Cristo, ma qualche posto, pagato a peso d’oro, verrà pure riservato agli sponsor della manifestazione. Tanti i promotori della bellissima iniziativa. Uno fra tutti: il cardinale di Milano, Angelo Scola, che, sull’emergenza alimentazione e sulle risposte che potrà offrire la kermesse milanese, ha scritto un illuminante volumetto, “Cosa nutre la vita?”. La crociata dell’arcivescovo si basa su un dato impressionante: secondo la Fao, 870 milioni di persone sono sottonutrite nei cinque continenti. Milano vuole provare che si può fare di più. [email protected]