RICORDATE l’avventura di Cola di Rienzo che finì male, nel vero senso della parola, perché passò a miglior vita per mano dei suoi concittadini disillusi? Tutti ci auguriamo che al quasi omonimo Renzi non succeda assolutamente nulla del genere anche perché, in questo momento delicatissimo, non abbiamo troppe alternative. È, però, vero che, dopo l’entusiasmo iniziale, ora si contrappongono due partiti molto forti. Ci sono i renziani sfegatati, spalmati anche tra i moderati, ma pure si ingrossano le fila di coloro che stanno, invece, prendendo le distanze dal premier, frange di Pd comprese, e finiscono per infoltire lo schieramento degli oppositori irriducibili. In effetti, se dobbiamo analizzare i primi mesi del nuovo governo, il bilancio è in chiaroscuro: ci sono provvedimenti coraggiosi come la riduzione degli stipendi ai manager pubblici o il conto alla rovescia per l’abolizione delle Province e del Cnel, ma ci sono anche misure un po’ demagogiche, come la vendita delle auto blu.  Prendiamo, poi, il caso del bonus di 80 euro al mese per i contribuenti compresi nella fascia tra gli 8 e i 24 mila euro all’anno.

MATTEO si sta giocando tutto su questo intervento, anche perché ha, più volte, detto che toglierà il disturbo se non sarà capace di rispettare l’impegno preso per la fine di maggio. Ma, a parte il fatto che trovo ingiusto non intervenire subito anche per i più poveri incapaci di toccare la soglia minima richiesta, siamo così sicuri che, quella appena adottata, sia la soluzione migliore per avviare la ripresa? Credo che 80 euro in più in busta-paga non possano far ripartire i consumi, come ha, invece, sostenuto il presidente del Consiglio. Con una gratifica aggiuntiva di due euro e mezzo al giorno, non si va molto lontano. Eppure, l’esecutivo è stato costretto a compiere i salti mortali per rastrellare la somma: c’è voluta, infatti, una faticosa copertura finanziaria, a cominciare dal raddoppio delle tasse sulle banche che si rifaranno, ovviamente, sui propri clienti.  Ergo: con una mano Renzi dà, con l’altra sottrae. Sarebbe stato molto meglio puntare su un forte rilancio del “made in Italy”, predisponendo agevolazioni particolari per le aziende industriali che potranno, poi, tornare ad assumere, con particolare attenzione ai giovani. Invece alcuni settori sono stati addirittura penalizzati.

È IL CASO, venendo ai problemi di casa nostra, dei gruppi editoriali. Il premier conosce perfettamente lo stato di grave crisi in cui si dibatte il comparto, ma, invece degli aiuti promessi, ha finito per abolire, con un tratto di penna, la pubblicazione di tutte le sentenze giudiziarie che, a pagamento, comparivano sui quotidiani. Invece della boccata d’ossigeno, l’editoria si trova, adesso, con la canna del gas in bocca.
Di resurrezione, per molti italiani, non resta, così, che la Pasqua. Auguri a tutti.
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