Certe volte, noi italiani siamo troppo masochisti. Cosa dovrebbero dire, allora, gli spagnoli che, in un sola giornata, hanno abdicato per ben due volte? Ha capitolato il re Juan Carlos che, cresciuto, addirittura, all’ombra di Franco, è stato quasi costretto a lasciare lo scettro al figlio Felipe dopo le ultime vicende che l’hanno coinvolto,maè stata anche detronizzata la nazionale di calcio campione del mondo messa fuori dalla porta in Brasile dal carneade Cile. Insomma, una mazzata doppia che ha pochi precedenti nella storia iberica. Ho la sensazione che, superato lo choc iniziale, Madrid proclamerà giorno di lutto nazionale il 18 luglio. Non tanto per il re che, per la verità, aveva già fatto il suo tempo, quanto per l’invincibile “armada” del pallone che, da tutti, era indicata tra le favorite per la finale del Maracanà.

Chi poteva supporre che gli “hidalgos”, trionfatori anche in Champions League con la finalissima tutta madrilena, si facessero togliere di mezzo al primo turno dei mondiali? Considerando che lo stesso Brasile sembra tutt’altro che trascendentale, lievitano, così, le quotazioni degli azzurri sempre pronti a fare schifo nelle amichevoli pre-campionato, per poi esplodere quando si gioca sul serio. La doppia abdicazione spagnola mi fa anche venire in mente un viaggio che ho compiuto nella penisola iberica subito dopo l’avvento al trono di Juan Carlos. Allora la Spagna, dal punto di vista economico, sembrava veramente un Paese di serie B e veniva a chiederci aiuto per avere un buon strapuntino in Europa. Poi, c’è stato il sorpasso di Madrid nei confronti dell’Italia che è stata, così, superata su molti fronti, ma oggi anche gli spagnoli piangono. Chissà, forse il vento è davvero cambiato e ora tocca a noi andare in fuga…

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