MAI SVEGLIARE il Cnel che dorme, soprattutto quando si sta dibattendo negli ultimi colpi di coda. Il «Buongiorno» si è occupato, più volte, del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro: da mesi è stata decretata la parola «fine» a quella che, un tempo, era definita «la terza Camera», perché inutilmente costosa. Nonostante gli ultimi tagli (i consiglieri sono stati ridotti da 120 a 65), continua a gravare sul bilancio dello Stato per produrre ben poco in termini di consulenza sul fronte del lavoro, solo che, essendo organo costituzionale, non può essere abolito dall’oggi al domani: si andrà avanti, così, nell’agonia fino a maggio-giugno del 2015.

Nel frattempo, i consiglieri hanno continuato a ricevere i gettoni di presenza, come se nulla fosse. Per cercare di mettere un argine a queste spese, la legge di Stabilità appena varata ha previsto che i consiglieri possano restare in carica senza ricevere alcuna indennità. Apriti cielo! Risulta, da fonti del Quirinale, che il presidente del Cnel avrebbe, nei giorni scorsi, scritto al Capo dello Stato per denunciare quella che ritiene un’ingiustizia: fino all’ultimo giorno di vita del Cnel, il gettone è sacrosanto. Non so quale sarà la reazione del premier Renzi che, fin dal marzo scorso, aveva posto una pietra tombale sulla commissione. Confido, a questo punto, nella saggezza di Napolitano.

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