BERLUSCONI ha, dunque, tratto il dado e ha lanciato, a parole, Matteo Salvini, Matteo II, come futuro leader del centrodestra. Lui sarà il regista mentre il segretario leghista diventerà il bomber-goleador. Scelta, all’indomani del voto di domenica, quasi obbligata: nel polo dei cosiddetti moderati, non c’è, infatti, altro conducator all’infuori del lumbard, il sempre più rampante segretario leghista.

Decisione, comunque, saggia (ma mi resta un dubbio: non avrà solo voluto prender tempo?) anche perché l’ex Cavaliere si è riservato il ruolo del burattinaio: i veri assist continuerà a fornirli lui alla sua veneranda età, con un Salvini, all’apparenza, solo al comando. La sconfitta elettorale di Forza Italia è servita, almeno, a qualcosa: con il Patto del Nazareno che vacilla pericolosamente, sono davvero cominciate le grandi manovre dell’opposizione per ricompattarsi, dopo essere andata in ordine sparso per troppo tempo.

Insomma, se, Napolitano permettendo, si andrà al voto nel 2015, l’unico avversario di Renzi sarà proprio l’altro Matteo. Prendere o lasciare. Ma, riflettendoci, non so se Salvini sia proprio così contento delle parole di Berlusconi. Chi era, infatti, considerato il vero goleador di Arcore fino a qualche mese fa? Era Mario Balotelli, bomber mancato del Milan e punta di diamante di Silvio per poco più di un anno. Sappiamo tutti com’è andata a finire: l’ex Supermario è caduto in disgrazia, con l’esilio in Inghilterra, e oggi, pensate un po’, la sua eredità nel cuore berlusconiano è stata presa da un leghista. I casi della vita.
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