SPESSO, al mattino, da un po’ di tempo, mi guardo allo specchio: oltre alla pancia, che non cala mai, do un’occhiata al dorso per controllare lo stato della mia schiena. Avere la schiena dritta sembra, infatti, diventato il “must” del 2015. Tanti politici, soprattutto dalle parti di Renzi, Vendola e dintorni, hanno adottato questa formula magica, che diffondono a piene mani in tutti i telegiornali, per definire i loro amici o compagni di viaggio, ascesi a qualche ruolo istituzionale. Intendiamoci, essere coerenti, non piegarsi a ricatti o pressioni è un’ottima qualità, forse un po’ desueta tra noi italiani, che, al contrario, siamo sempre pronti ad inchinarci ai vincitori e ai potenti di turno.

Ma vediamo di non esagerare con questa storia della schiena diritta: sembra un virus impazzito e puzza un po’ di quella, supposta, superiorità morale che ha troneggiato, per anni, nei salotti radical-chic a scapito di tutti gli altri italiani, evidentemente brutti, sporchi e pure in ginocchio. Proprio ieri, invece, mi sono consolato guardando alcune foto del presidente della Repubblica, Mattarella, in visita a Firenze, uno dei tanti beneficiari a pioggia dell’abusata definizione. Ho visto il capo dello Stato leggermente incurvato, un “po’ gobbino”, senza mancare, con le mie parole, di rispetto al nuovo inquilino del Quirinale. E ho tirato un sospiro di sollievo: è solo un signore normale che cerca di fare del suo meglio. [email protected]