SONO CRESCIUTO a pane e quotidiano. Quando ero giovane, infatti, il giornale aveva un ruolo tutto particolare: assieme a tv e radio, costituiva la vera fonte d’informazione e, in certi casi, era considerato una specie di Bibbia. Roberto Gervaso mi ha ricordato che, a Torino, la “Stampa” veniva chiamata “la bugiarda”, eppure  quando si diceva “l’ha scritto la Stampa” tutti si levavano il cappello, come Henry Ford al passaggio di un’Alfa Romeo. E anche a Bologna succedeva la stessa cosa con “Il Resto del Carlino”: “l’ha detto il Carlein” significava affermare la verità assoluta. Adesso è tutto diverso perché la concorrenza di Internet e dei “social” ha tolto il monopolio ai quotidiani che debbono tenersi ben stretti i loro affezionati lettori. Grande è stata, quindi, la mia sorpresa nel leggere, su un noto settimanale, l’intervista di Vittorio Zincone al presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, Raffaele Cantone. Lo sceriffo dell’Expo, nel botta e risposta, ribadisce che due appalti della mega struttura di Rho-Pero sono stati commissariati. Poi, a una domanda precisa del giornalista che chiede se questi lavori “osservati speciali” siano rimasti bloccati, risponde testualmente: “No, anzi. I lavori vanno avanti. Ognuno è gestito da un commissario ad hoc. Il Giorno ha scritto che sono i due appalti che procedono più spediti”. Confermiamo: nessuna cantonata di Cantone. Quei lavori, strano a dirsi, vanno effettivamente a tutto gas, così come, scusate l’autocelebrazione, l’orgoglio della nostra redazione per la risposta dello sceriffo: l’ha scritto il Giorno…

[email protected]