Ho visto l’altro giorno, Matteo Salvini, in costume da bagno e a torso nudo, al bagno “Papeete” di Milano Marittima, circondato da tanti ammiratori e da tantissime ammiratrici che volevano farsi immortalare assieme a lui, e mi è venuto spontaneo un confronto. Mi sono ricordato, infatti, di altre foto, di altre estati e, in particolare, di quelle di Umberto Bossi, il fondatore della Lega, in canottiera nel parco della villa di Berlusconi. Sono cambiati i tempi e i protagonisti, ma c’è una lineare continuità tra il Senatùr d’allora, mito nazionalpopolare dell’inizio degli anni Novanta, e il Matteo di oggi che ha trascorso cinque giorni sulla riviera romagnola a stringere mani, a ricevere pacche sulle spalle e a fare selfie a gò-gò. Qualcuno mi ha fatto notare che Salvini appare, forse, troppo alla mano, mentre un leader dovrebbe, invece, tenere un po’ più le distanze dai suoi sostenitori, ma credo che Matteo abbia scelto la strada giusta per sfondare: a questo punto, il segretario leghista fa bene a non candidarsi a sindaco di Milano perché punta più in alto, magari alla sfida, per tutto il centrodestra, contro l’altro Matteo. Se, fino a qualche tempo fa, tanti dicevano che la scelta di Renzi era, comunque, obbligata perché non c’erano alternative valide all’ex sindaco di Firenze, oggi, dopo il bagno di folla di Salvini, non è più così. È proprio vero che un Matteo tira l’altro.
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