Sono sempre più convinto che l’Italia sia il Paese delle infinite contraddizioni. Prendiamo il caso delle spesa pubblica che, negli ultimi cinquant’anni, è continuata a lievitare, raggiungendo livelli stratosferici. Da una vita coloro che combattevano contro le spese pazze venivano considerati dei don Chisciotte che portavano avanti inutilmente la loro battaglia contro i mulini a vento del “tanto paga Pantalone”. Anche il sottoscritto, nel suo piccolo, ha cercato di mettere il dito nella piaga con un libro, “I faraoni”, scritto a quattro mani con Aldo Forbice. Tutto ciò per dire che mi sono sentito anch’io se non un Don Chisciotte almeno un Sancho Panza contro il pozzo di San Patrizio del debito. Poi, però, c’è stata una specie di mobilitazione generale, almeno a parole, per voltare pagina. E qualcosa è stato ottenuto, ma attenti, adesso, a non esagerare nel senso opposto. Perché questa corsa al calvinismo rigoroso, costi quello che costi, rischia di provocare qualche eccesso un po’ ridicolo.
Apprendiamo, ad esempio, che il sindaco del Comune di Treviglio, nella Bassa bergamasca, si è visto recapitare dalla Corte dei conti una richiesta di spiegazioni per una spese di 48,25 euro sborsati dal Comune per acquistare caramelle per bambini offerte alla manifestazione “Luce di Betlemme 2014”. Oltre alle caramelle, nel mirino della Corte ci sono altri piccoli esborsi, compresi 224,70 euro per le “piante dello spazio polifunzionale” per un totale di poco più di 400 euro. Il sindaco di Treviglio si chiede quanto costerà alla Corte e al Comune la verifica sulla spesa delle caramelle. Me lo chiedo anche io.
[email protected]