POCHI ci hanno fatto caso, ma oggi è il 25 novembre, un mese esatto prima di Natale. Negli Stati Uniti ricorre anche la Festa del Ringraziamento con il tradizionale tacchino in tavola. Ho fatto un giro per le vie del centro e mi sono reso conto che non si respira ancora la tradizionale atmosfera pre-natalizia, nonostante le luminarie e i festoni che, quest’anno, sono stati messi addirittura prima del solito.
Nelle strade dello “shopping” avverti quasi un senso di gelo, non si respira affatto quel clima caldo delle festività che finisce quasi per annullare il freddo meteorologico dell’inverno. Nel 2015 le temperature siberiane dovrebbero essere davvero abolite anche perché sta per decollare il Giubileo che coinvolge Roma ma anche tutto il mondo cattolico. Eppure non registriamo la festosa allegria degli anni precedenti: il 13 novembre, con i morti di Parigi, ha finito davvero per raggelare i nostri cuori. Si potrebbe dire che i terroristi islamici abbiano raggiunto il loro obiettivo: far serpeggiare la paura in tutto l’Occidente. Anche per questi motivi, siamo, quindi, quasi costretti a reagire: dobbiamo accogliere con gioia l’Anno Santo, dobbiamo predisporci al Natale con tanta letizia. Come prima. Più di prima. È giunto il momento di cercare di bandire il terrore provocato dai terroristi.
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