QUANDO ero ragazzino, il babbo mi dava la paghetta, di nascosto dalla mamma, alla domenica. Adesso c’è invece quella di Stato: sono le 500 euro “una tantum” che il governo Renzi ha stanziato a favore dei 550 mila giovani che, nel 2016, compiranno il grande salto verso la maggiore età. I nuovi diciottenni potranno spendere il regalino di Matteo in consumi culturali, come l’acquisto di libri, che è sempre una buona cosa, di biglietti per andare a teatro, al museo o ai concerti. La prima impressione sul provvedimento è stata positiva: ecco, ho pensato, che il premier colpisce ancora. Aveva cominciato la sua avventura a Palazzo Chigi con il bonus degli 80 euro, prosegue, ora che ha qualche problema in più, con il bonus junior. Ripensandoci bene, però, sono saltati fuori tanti dubbi e qualche legittima domanda sulla presunta furbizia del nostro giovane stratega.
È vero, la regalìa è stata decisa per stimolare l’educazione alla legalità sul fronte della lotta al terrorismo anche dopo l’attentato di Parigi.

 IN QUESTO contesto l’iniziativa del governo (chissà da quale piega del bilancio vengono rastrellati questi soldi?) ha, dunque, una certa logica. Ma, a mio parere, proprio nel momento in cui stiamo cercando di insegnare ai nostri giovani i valori della meritocrazia, è quantomeno strano fare assistenzialismo puro attribuendo a tutti i diciottenni questo obolo, senza alcuna distinzione sociale. Non solo: a pensare male, aleggia il forte dubbio che il provvedimento abbia solo un sapore elettorale. Un recentissimo sondaggio condotto da Ipr Marketing rivela, infatti, che, proprio tra i diciottenni, l’astensionismo supera il 55 per cento. Se i nuovi adulti superano, appunto, quota mezzo milione, oltre 250 mila potrebbero essere, dunque, i potenziali elettori da catturare in qualche modo. Tanto più che, adesso, la prima forza politica nelle file dei “teenagers”, è il movimento di Grillo. Quale migliore modo, in vista delle amministrative del 2016, per invogliare i renitenti a votare Pd e per sottrarre, magari, qualche consenso ai Cinque Stelle?

SE CON GLI 80 EURO, il sindaco d’Italia fece man bassa alle Europee, con il dono ai nuovi maggiorenni, i risultati potrebbero essere altrettanto lusinghieri per il suo partito. Io, però, non sono convinto che la scelta sia quella giusta. Ha un sapore un po’ demagogico e alle nuove generazioni serve altro, tra crisi economica che non finisce mai, rischio terrorismo che potrebbe congelare qualsiasi tentativo di ripresa, posti di lavoro sempre irraggiungibili, nonostante gli ultimi provvedimenti governativi. Non basta una paghetta che, comunque, è inspiegabilmente cospicua. Insomma, ho la sensazione che molti resteranno con l’amaro in bocca, a cominciare da tutti quei ragazzi esclusi, perché non compiranno i 18 anni nel 2016, e che sognano un futuro con qualche certezza in più e qualche gioco di prestigio in meno.
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