IL PADRE di mia moglie diceva sempre che essere nati il 29 febbraio è una sfortuna perché poteva festeggiare il compleanno solo ogni quattro anni. Considerando, però, come questi anniversari, soprattutto con il trascorrere degli anni, siano diventati una data da dimenticare, oggi penso che celebrare il genetliaco una volta su quattro non sia poi così male: un fantastico stratagemma per ingannare il tempo che passa inesorabile. È vero che vale ancora l’antico detto che recita “anno bisesto, anno funesto”, ma la realtà è tutta da verificare a parte quel 29 febbraio del 1960 quando avvenne il terribile terremoto di Agadir, in Marocco. Non solo: nel giorno extra di febbraio sono nati personaggi extra. A parte mio suocero Giorgio, che per me è stato come un padre, hanno emesso i primi vagiti il grande Giacomo Rossini e il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I. Tempo fa ho avuto la possibilità di intervistare il capo della chiesa ortodossa-bizantina nella sua residenza di Istanbul e conservo ancora un ricordo vivissimo di quell’incontro. Mi parlò di fede, di pace e di speranza in un mondo – non solo quello turco – già dilaniato dalle guerre e dalle tensioni. Un’intervista, quella con Bartolomeo, che mi confermò quanto è bello essere giornalista e conoscere, così, grandissimi testimoni del nostro tempo. Una vera fortuna il fatto che, nell’anno di nascita di quel padre spirituale, in calendario ci fosse il 29 febbraio. [email protected]