MI SONO sembrate banali le domande che Fidel Castro ha posto al Pontefice nell’incontro a Cuba. Mi è apparsa più adeguata alla loro autorità la foto, vedere questi due vecchi che si tengono la mano, uniti dallo stesso pensiero della fine, l’uno vestito di bianco l’altro quasi in un saio, che rendeva monumentale la sua fragilità.
ego, ilcarlino.it

IL CHIEDERE, come ha fatto Castro, di che cosa si occupa il Papa e come la religione risponda ai bisogni dell’umanità e perché sia cambiata la liturgia sono parse, anche a me, domande generiche e un po’ banali. Ma evidentemente sono le domande che si pone un vecchio più spinto dal desiderio di conoscere che di condividere, e questo spiega la loro superficialità. Mi viene in mente la grandezza della conversione dell’Innominato del Manzoni, e vedo quanta diversità ci sia nella forza delle sue parole e quanta sofferenza nel suo animo sconvolto dalla scoperta di Dio. Nel famoso colloquio con il cardinale Federigo Borromeo sfoga la sua disperazione e il bisogno di liberarsi dell’inferno che gli opprime il cuore e grida: «Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov’è questo Dio?».
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