QUESTA volta l’8 settembre è della Germania, che il giorno prima aveva detto di stare da una parte e il giorno dopo dall’altra unendosi ai paesi che accusano Assad. Un cambio di schieramento che la mostra come un poco convincente alleato degli Usa che si è aggiunto a G20 chiuso, e dopo che per tutta la durata del vertice di San Pietroburgo si era mostrata in cordiali rapporti con Mosca. Da questo punto di vista bisogna riconoscere che non è andata affatto male nella sua prima uscita tra i grandi del mondo al premier italiano Letta nonostante sia alla guida di un governo che potremmo sintetizzare dalle larghe pretese o attese ma dalle scarse intese. Letta ha riconfermato l’alleanza strategica tra Italia e Stati Uniti pur concedendosi la libertà di dissentire dall’intervento armato in Siria. Una specie di gioco delle parti tra lui e il ministro Bonino, che comunque aveva dato la stessa indicazione sia pure con un di più di passione terzista.

DUNQUE brava Italia, bilancio più che dignitoso.
A differenza della Francia di Hollande che ha fatto la figura di quella che conta come il due di briscola, al punto che quando la Gran Bretagna ha incassato il no del parlamento, il presidente Usa ha fatta spallucce e si è consolato dicendo: «Va be’ faremo da soli», umiliando la grandeur francese che già stava suonando la fanfara. Una brutta figura che non è passata senza qualche compiacimento italico, in restituzione di quel perfido sorrisino che fece Sarkozy alla Merkel quando nell’ottobre 2011 venne loro chiesto se si fidavano del governo italiano.
Non è stato un gran risultato nemmeno per la pur corteggiata cancelliera perché l’essersi accodata agli accusatori di Assad dopo essersi negata per tutta la durata del vertice fa sorgere il sospetto che il cambiamento sia stato il risultato più che di una convinzione di una pressione, interna o esterna che sia stata.

HA POCO da rallegrarsi anche Obama perché davanti al G20 di San Pietroburgo si è mostrato come un capo di Stato che vuol dichiare guerra senza esserne convinto lui stesso. Non si può dichiarare guerra, dicendo che la storia dei bimbi gassati da Assad è vera e non un pretesto. Non foss’altro perché così dicendo ha ricordato l’Iraq, che non è stata una gran figura per gli Usa.
Ha vinto semmai Putin che è andato a contarsi ed è riuscito a tenersi dalla sua quasi la metà dei 20 potenti, tornando a mostrare la Russia non come una ex prima potenza mondiale in disarmo ma come una potenza che vuol tornare a confrontarsi. Non siamo alla rinasciata dei paesi non allineati di cui Mosca fu interessata protrettrice ma poco ci manca. Non siamo a Yalta del ‘45, quando i vincitori divisero il mondo in due ma qualcosa lo ricorda. Con una Cina-oriente sempre più enigmatici e una Germania troppo grande per stare alla pari degli altri paesi europei. Com’è sempre stato e sarà: Germania uber alles.

di Giovanni Morandi