NON È come ai tempi della guerra fredda, ma ci assomiglia, diciamo che è ancora una guerra indefinita, né calda né fredda, ma tiepida. A guardare le foto trasmesse dal satellite dei carri armati russi, vien voglia di dire sovietici, lapsus freudiano, che sono schierati minacciosamente davanti alla frontiera ucraina, salta in mente quel che c’era ai tempi della Cortina di ferro, ovvero la frontiera tra i paesi dell’Alleanza Atlantica e quelli del Patto di Varsavia. Mi capitò di sorvolare con un elicottero Nato la frontiera tedesco occidentale e scoprii una realtà allucinante. Per chilometri e chilometri la Foresta nera era stata tagliata in corridoi verticali e orizzontali, che erano stati riempiti di migliaia di carri armati puntati verso est pronti a respingere un’eventuale invasione dell’Europa. Sulla linea estrema, ovvero davanti alla terra di nessuno, c’erano basi di giovani volontari americani, una ventina per postazione, votati a morire, che avevano il solo compito di dare l’allarme in caso di attacco.

INTORNO a queste situazioni da follia c’era un’Europa relativamente tranquilla, che viveva normalmente, sostanzialmente ignara. La domanda è: torneremo a quei tempi?

ANCHE LA STORIA come gli uomini ha scarse possibilità di tornare indietro, perché la vita va avanti a modifica in modo tumultuoso le situazioni. È vero sì che i metodi per farsi la guerra sono sempre quelli, che sono monotoni, non hanno fantasia, che fanno uso di informazioni false, di disinformatsija, di missili e carri armati pronti ad accendere i motori. Ma tutto è cambiato, anche la Russia, anche gli Stati Uniti, anche l’Europa sebbene non sembri. La politica estera ora più che mai è dettata dai mercati più che dagli arsenali e gli arsenali semmai vengono usati per aggiustare i mercati e gli interessi economici valgono più di ogni altra valutazione. Quanto pesano ad esempio i 50 miliardi dell’export italiano, enogastronomia, moda, tecnologia, verso la Russia? Export che è rimasto quasi l’unica boccata di ossigeno in un sistema economico al collasso. Potranno mai essere liquidati in nome di un non ben definito interesse superiore? E se è vero che la Nato è allarmata dal riarmo russo non è forse il caso chiedersi di che riarmo si tratti? Ovvero se sia per prevalere o per recuperare un declino e un abbandono dell’armata russa durato almeno un paio di decenni. Indubitabile che l’Orso Russo abbia comportamenti analoghi al passato, tendendo ad abbracci mortali verso quelli che chiama paesi fratelli ma i tempi e i cambiamenti sono tali che nemmeno l’Orso può più essere quello di una volta, prova la frenata che ha dovuto fare Putin dopo il tracollo della borsa all’indomani dell’invasione in Crimea.

E ANCHE l’Europa perfino in termini geografici è cambiata secondo il punto di osservazione del governo di Washington. Troppo vicina alla Russia per consentirle di avvicinarsi ancora, troppo lontana dall’America per non temere possa allontanarsi anche dai suoi interessi.