A BEN VEDERE, anche un potere assoluto, come quello religioso ha bisogno di essere supportato dal consenso. Lo possiamo constatare con Papa Francesco, che in poco tempo e con la sola forza delle sue parole e dei suoi gesti semplici è riuscito a riportare la Chiesa al centro di un’attenzione che con il precedente Pontefice era sfumata. Così a Pasqua Francesco parla di solidarietà e tutti afferrano il suo messaggio mentre Benedetto XVI era attratto da Giuda lo zelota che attendeva il Messia vero e che convinto di essere stato tradito da Gesù diventò suo traditore, raffinata questione, che non poteva che riguardare i saggi del tempio più che l’ umanità degli umili. Da un lato un papa tornato alla ribalta, dall’altro il suo predecessore che preferiva le biblioteche, dunque Ratzinger non già figura spirituale meno forte ma meno percepita, là dove anche nel mondo della fede giova la capacità di esser compresi. A conferma che non c’è alcuna autorità che possa prescindere dal consenso, se non vuole ridursi ad essere caduco dispotismo, che almeno nella tradizione occidentale, può anche avere una certa durata nel tempo ma si condanna per sua stessa natura a perire.

QUESTE RIFLESSIONI, ispirate dal clima pasquale, che ci portano a constatare il bisogno dell’ essere uomo per la realizzazione dei disegni, compreso quello di Dio, secondo la tradizione che ci parla della fine del figlio di Dio, fattosi uomo, che consentì la riconciliazione tra il Signore e l’umanità, queste riflessioni, dicevamo, anche per chi come noi non ha alcun titolo che autorizzi soste su terreni che non ci sono consueti, offrono spunti importanti per pensare alle miserevoli problematiche legate al destino di un popolo che da tempo ha perduto una guida nella quale credere, riconoscersi e fidarsi. La crisi economica e di sistema nella quale siamo precipitati è il risultato più che la causa dell’assenza di uomini, che rappresentino politiche.

GLI STESSI movimenti cosiddetti populisti o inventati in vario modo sono un artificio per distruggere le residue concorrenze sopravvissute e creare le condizioni per instaurare nuovi soggetti che si sostituiscano ai vecchi. Ma sia i vecchi che i nuovi hanno bisogno di stabilire un rapporto di comunione d’intenti senza il quale non sono in grado di realizzare i loro piani. Questo, ed è la facile geografia a mostrarcelo, basta pensare alle due sponde del Tevere, è la condizione che vale sia per il potere temporale che per quello spirituale. E mai come ora si è stati capaci di smascherare forze e debolezze dei poteri grazie ai media.

I RIFERIMENTI del Pontefice ai nostri bisogni e alle ingiustizie di un sistema che perpetra divisioni e caste sono le benvenute e non contraddicono il principio della libera Chiesa nel libero Stato perché sono moniti che aiutano l’esercizio di una politica, che anela e si dibatte.