RISCOPERTA l’antica saggezza per cui presto e bene non stanno insieme e fatta propria la virtù della lentezza, ovvero del passo dopo passo, ci si chiede che passo abbia fatto il governo con gli annunci seguiti all’ultimo consiglio dei ministri con lo Sblocca Italia e le misure sulla giustizia nonché quelle non meno significative per la casa. E’ stato un passetto, un passo lungo, un passettino o un finto passo?
Un buon passo, direi, a condizione di dimenticare che in Italia tutto sta andando per il peggio, tanto che ci siamo ritrovati con una deflazione uguale a quella degli Anni Cinquanta.
E allora per misurare il passo fatto dal governo e per capire quanto lunga sia la strada ancora da percorrere è il caso di rileggere la famosa lettera che il presidente della Bce Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, allora governatore della Banca d’ Italia, inviarono al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che dal quel messaggio che sarebbe dovuto rimanere riservato venne travolto. Era l’agosto del 2011 e il segreto durò meno di un mese, dopo di che fu l’inizio della fine.

È UNA LETTERA estremamente attuale e in larghissima misura rimasta inattuata, che se valutata come una terapia, dovremmo ritenerci totalmente insoddisfatti delle misure fino a qui adottate perché non hanno quasi in nulla inciso nella malattia.
Da quell’agosto a questo nulla di quel poco che è stato fatto ha modificato le origini del male e le condizioni di vita dei cittadini sono molto peggiorate perché le azioni di governo si sono espresse solo in aumenti di tasse anziché in tagli ad una spesa pubblica fuori controllo. E passo dopo passo possiamo dire che questa è una strada sbagliata perché non è pensabile si possa vivere in un paese dove le tasse si portano via sei stipendi l’anno e di ancora di più vengono derubate le imprese. Nessun futuro ci si può aspettare da uno Stato così.

QUELLO dell’ultimo Consiglio dei ministri è stato dunque un passo importante ma non decisivo, senza il quale la pressione fiscale continuerà e tutto rimarrà uguale a prima. Con una spesa pubblica che cresce a dismisura se ad esempio non si tagliano, come raccomandavano Trichet e Draghi, gli enti pubblici per lo più locali, il cosiddetto socialismo municipale, almeno 7mila di cui 2mila in rosso con un indebitamento complessivo di ben 34 miliardi di euro.
Poi va bene tutto, va bene il varo dello Sblocca Italia, va bene la possibilità di far lavori in casa senza sfinirci in carte da bollo, va bene l’aver ritenuto compito della stampa la valutazione di ciò che è pubblicabile delle intercettazioni, assicurando in questo modo il massimo di libertà possibile. Ma senza passi difficili e incisivi nei tagli della spesa pubblica siamo condannati inesorabilmente ad arretrare ancora.
Renzi dispone di un patrimonio personale, che gli sarà utile ed è il consenso. Anche in questi giorni dimostra di stare bene attento a non disperderlo. E fa bene ma a condizione sia un mezzo e non il fine.