Il primo errore è quello di pensare fossero cani sciolti. Dei cani sciolti non avrebbero messo in scacco la Francia. Il secondo errore è pensare sia stata un’azione indotta occasionalmente dalla satira antislamica. Sono sempre operazioni militari pianificate e guidate a livello internazionale anche con la complicità di qualche servizio segreto arabo.
Quelli che parlano di sparutissime minoranze dicono fesserie. Per fare il finimondo bastano pochi. Il terzo errore è perdere tempo con quei discorsi che non sanno di acqua calda sulle colpe della satira che offende Maometto e sulle disquisizioni su quanto possiamo prendere in giro il Profeta e dove ci dobbiamo fermare, perché sono permalosi. Quarto errore è vedere strumentalizzare questi fatti dalle polemiche interne: quasi tutti i musulmani sono buoni, no, sono tutti pericolosi. Vizio italiano. L’unica novità rispetto al terrorismo mediorientale di sempre è che i terroristi di oggi hanno facce da ragazzi perbene, non portano la keffia e non hanno visi bruciati dal deserto come una volta.

I fattiche hanno sconvolto la Francia e l’Europa ci inducono a chiederci che tipo di terrorismo sia e come difenderci. È un terrorismo uguale a quello di sempre, quello che faceva 40 morti a Fiumicino o 55 nel metro di Londra. Solo che una volta prima di entrare in azione andavano ad addestrarsi nei campi dell’Olp o del Fronte di liberazione palestinese o del Fronte nazionale palestinese ora invece hanno la possibilità di farlo meglio nella guerra in Siria e Iraq.

Chi devono intervenire, gli Stati Uniti? Di certo il nemico non è a Parigi ma nel Medio Oriente. Non ci riuscì a vincere Reagan con Gheddafi figuriamoci Obama. Il terrorismo arabo devono combatterlo gli Stati arabi che naturalmente non lo faranno, perché oscuri sono i legami e le regìe. Bisognerebbe fare come fece il re di Giordania con l’Olp di Arafat, li buttò in mare e li costrinse a fuggire in Tunisia. Per un paese arabo che fa una cosa giusta ce ne sono almeno due che la fanno sbagliata, quindi non facciamoci illusioni. Possiamo solo dire che il disegno del Profeta sull’Europa è ambizioso e il problema è militare. Ed è nostro.