NEL “PRINCIPE” il Machiavelli colloca gli abbracci indecenti, o se vogliamo sconvenienti, nel capitolo de “i fini giustificano i mezzi” e a ben vedere non sono comportamenti inediti, anzi potremmo perfino definirli consueti in fasi storiche particolarmente complesse, come la crisi economica in Grecia e quella per le riforme strutturali in Italia. Non è dunque la prima volta che destra e sinistra si incontrano anche se è inevitabile motivo di sorpresa vedere queste alleanze concretizzarsi tra le espressioni più radicali, vedi Atene.

VENIVANO chiamati opposti estremismi dai moderati degli Anni Settanta e del problema si occupò anche Enrico Berlinguer quando finì con l’auspicare il compromesso storico tra cattolici e comunisti, come unica possibilità per il Pci di poter andare al potere senza rischiare involuzioni del sistema che sarebbero state sufficienti a fermare qualsiasi avanzata elettorale del Pci. Lezione del golpe nel Cile. Il problema del grande compromesso tra sinistra e destra si ripropone oggi con il noto Patto del Nazareno siglato da Renzi e Berlusconi nel gennaio 2014 per poter approvare le riforme più importanti. Un accordo che ha retto finora anche se la piega che prenderà l’elezione del Presidente della Repubblica dirà se il Patto sia ancora vivo o sia finito. C’è però un aspetto che risulta interessante da rilevare, qualunque sia l’epilogo. Mi riferisco a quel rimescolamento di idee, che prima erano nettamemnte separate al punto da identificare in modo grossolano l’elettorato di destra e quello di sinistra, ben distinti e nettamente separati, idee che invece si stanno riposizionando, al punto da essere quelle di sinistra condivise dall’elettore di destra e viceversa quelle di destra dall’elettore di sinistra. Vedi in Francia le politiche sull’immigrazione e in Italia i giudizi sul governo Renzi. Non saprei se sia esatto,ma mi pare di vedere almeno in Italia, dopo tante batoste prese dall’elettore di centrodestra, un’assoluta e convinta aspirazione a collaborare con il governo di sinistra su temi di convenienza comune e non tanto comune ai due leader quanto agli italiani nel loro complesso. Semmai un’acida insofferenza continua ad esserci e anche a crescere, questo accade nella sinistra radicale che non riesce a liberarsi dalla tentazione di vedere traditori e nemici ovunque. Ma qui, per capire, suggerirei un’agile lettura di una qualsiasi storia di Stalin.