IN UNA SITUAZIONE che sta diventando sempre più conflittuale tra l’Occidente e la Russia, tanto da far pensare ad un ritorno della guerra fredda, quello che conta non è la realtà ma l’apparenza. E l’apparenza non ha bisogno di prove che la smontino e ci dice che gli oppositori di Putin hanno buone possibilità di finire uccisi. Che poi sia totalmemnte vero o che lo sia sommariamente questo non conta. Il che rappresenta un gran ritorno al passato con una differenza di dettaglio. Che ai tempi dell’Unione Sovietica i nemici o presunti tali del Cremlino finivano in Siberia, dove c’è ancora tanto posto per tante persone, o finivano sotto le ruote di un camion per non casuali incidenti stradali. Disavventura che capitò anche a Enrico Berlinguer a Sofia, quando un camion gli distrusse l’auto senza miracolosamente ucciderlo. Prove non ne furono mai trovate e si consideri un buon consiglio il non cercarle nemmeno in questi casi, perché tanto non verrebbero mai trovate. Queste erano le abitudini del Kgb, il quale oggi si chiama in modo diverso ma abbiamo fondati motivi per pensare che certe non dico tecniche ma modalità siano rimaste uguali. Oggi, dicevamo, non si fa più ricorso agli incidenti stradali ma si uccide così esplicitamente ricorrendo a qualche killer, che in Russia sono come il gas, materia prima abbondantissima.

CHE POI gli esecutori del delitto di Boris Nemtsov abbiano deciso di ucciderlo perché alla vigilia di una marcia per la pace contro la guerra Russia-Ucraina, ebbene, su questo abbiamo motivo di dubitare perché le grandi centrali operative non ritengono pericolosa una marcia della pace ma una riservata informazione. Questo lo si dice pur non trascurado l’effetto deformante che suscita nella lettura del fatto un atteggiamento troppo aggressivo di Washington verso Mosca, atteggiamento che condiziona l’analisi e fa vedere in chiave negativa tutto. Resta il fatto che gli oppositori russi obiettivamente e troppo spesso finiscono con l’essere uccisi e si fa fatica a pensare che la loro morte sia causata da cani sciolti, che non hanno un rapporto con il potere centrale. Il risultato è che la Russia prima era il paese del «socialismo reale» e oggi ci pare sia diventato il paese di una «democrazia teorica».