L’11 SETTEMBRE non è servito a nulla. Quattordici anni dopo quel terribile giorno, che costrinse gli Stati Uniti a reagire da soli ad Al Qaeda, l’Europa continua a essere assente, nonostante le nuove minacce dei terroristi islamici alla Ue e nel Medio Oriente, con azioni di guerra che è guerra imperialistica, ovvero che punta a soggiogare e a dominare, ed è guerra di civiltà. Un deficit di attenzione da parte nostra che emerge anche nel caso del marocchino sospettato dell’attentato di Tunisi, con tutti gli interrogativi sollevati che sanno più di timidezze che di domande. Un deficit che emerge anche nella lotta all’immigrazione clandestina, che è questione umanitaria e militare. L’unico fatto che suscitò una reazione corale fu la strage al Charlie Hebdo ma durò un attimo e subito dopo la molle Europa si perse in domande sulla liceità della blasfemia antislamica. Vuoi mettere l’impegno profuso nella questione Ucraina, nazione cugina della Russia e con la quale ha antiche ruggini che mai si risolveranno, ma mai saranno capaci di produrre un doppio destino anziché un comune destino tra i due paesi.

IMPEGNO che non emerge invece in contromisure adeguate nei riguardi del fanatismo islamico, che è una minaccia dalla quale potremmo difenderci costruendo un’alleanza con la Russia ortodossa, tornata alle sue origini di civiltà cristiana e che per questo ha già pagato duri prezzi al terrorismo islamico. Poi c’è l’America, anzi c’era, su cui hanno molto pesato le batoste prese a Kabul e a Bagdad. E che l’America non è più intenzionata a riempire i vuoti che dovrebbero essere occupati dall’Unione europea lo si vede su tutti i fronti, politici, culturali, economici e di politica internazionale. Le incomprensioni che stanno emergendo tra gli Usa e certi loro alleati storici come Israele, Arabia Saudita, Turchia e Giappone, rafforzano solo l’idea che siamo in una fase in cui – al declino dell’unica superpotenza che era rimasta dopo la fine dell’Urss – non corrisponde nessuna assunzione di responsabilità in più da parte di una Ue, che dovrebbe assumersi un ruolo in un nuovo ordine multipolare. Siamo come sempre fermi all’idea che è meglio vivacchiare. Sempre che ci lascino vivacchiare.

di Giovanni Morandi