LA NOSTRA guerra al terrorismo islamico, che si è risolta con la decisione di far rimanere i nostri militari in Afghanistan, fa venire in mente la storia di quello che mentre camminava di notte si accorge di aver perso l’anello e si mette a cercarlo non nel luogo dove l’aveva perduto, ma sotto un lampione spiegando che dove l’aveva perso era buio mentre lì ci vedeva. Detta in altre parole: se i fanatici dell’Isis sono in Siria perché andiamo a cercarli in Afghanistan? Ci dicono che servirà a combattere se non i tagliagole i terroristi di Al Qaeda che si stanno ricostituendo sui monti afghani. Così con questa scusa, pardòn motivazione, ci sfiliamo dal rischioso impegno di dover andare a Damasco.

In compenso ci siamo inventati una cosa. Perché dopo che l’Unesco, organizzazione culturale che ha tanti meriti e una colpa: quella di non contare nulla, ha appoggiato la nostra intenzione di dare vita a reparti di caschi blu destinati alla tutela dei siti d’arte, potremo sempre dire che questo sarà il nostro modo di combattere l’Isis. Se non fosse che rimaniamo sotto il solito lampione perché nessuno sa chi siano questi caschi blu per l’arte, dovrebbero essere come i monuments men ma siamo a livello di fantasia cinematografica. E non si riesce a capire una loro utilità se dovessero limitarsi a far la guardia ai monumenti distrutti. Altra cosa sarebbe se invece dovessero impedire di distruggerli ma in questo caso dovremmo mandare i lagunari e i parà e non i bonari caschi blu dell’Onu.

TERZO punto, la Libia. Abbiamo giustamente rivendicato un ruolo guida nella ricostruzione di una unità nazionale andata a pezzi in seguito a una guerra cui abbiamo scelleratamente partecipato. Se si escludono i pasticcioni che con noi hanno provocato la disintegrazione del paese e l’apertura delle sue porte all’Isis, non si vede chi altri più di noi abbia competenza negli affari libici. Per dire che la nostra è una candidatura seria e ragionevole. Infatti pensano di dare il compito alla Germania. E anche qui rimaniamo sotto il lampione. Tanti lampioni per dire che in politica interna questa governo ha certamente portato a casa risultati, ma in politica estera no. Provocandoci un’acuta nostalgia della risolutezza di Craxi.