È UNA STORIA di immigrati. La famiglia di Raymond, detto Ray, Kroc veniva dalla Boemia, esattamente da Stupno, un villaggio agricolo della bassa Boemia, un bel posto ricco di foreste ma povero. Perciò i coniugi Louis e Rose Kroc decisero di andare a cercare fortuna (si dice così, no?) in America e il loro figlio Ray nacque nell’Illinois a Oak Park, vicino Chicago. Una vita difficile anche là, tant’è che il bambino appena uscito di scuola correva in strada a vendere limonate per portare a casa qualche soldo. Ray ha venduto di tutto in vita sua. Bibite, gelati, bicchieri di plastica, set da pic nic, frullatori, chitarre, violini, sax. Tentò anche di fare l’artista, la sera andava in un locale a suonare il pianoforte, passione ereditata dalla madre. Poi andò in una radio, fece il rappresentante di commercio e l’agente immobiliare, esperienza che gli servì molto.

MA il colpo di fortuna lo ebbe a 36 anni, quando conobbe Earl Prince, proprietario della Prince Multimixer, azienda produttrice di frullatori a cinque lame. In una decina di anni riuscì a mettere da parte un po’ di risparmi e disse: «Basta, questi mi bastano», quando stava cominciando a pensare di andare in pensione. Ma, a volte il destino è buffo, proprio allora fece un incontro che gli cambiò programmi e tutto il resto. Sì, incrociò sulla sua strada la fortuna, quell’illusione che se diventa realtà cambia le vite e se anche non lo diventa le cambia lo stesso perché non fu forse quel sogno a spingere i suoi genitori a salire su un piroscafo per andare in un mondo lontano pur di fuggire dall’Europa per cercare fortuna? Già, allora dall’Europa si fuggiva per non morire. Ora si muore per andarci.

SUCCESSE infatti che un bel giorno, è proprio il caso di dirlo, Ray ricevette la telefonata di un certo Dick McDonald, anzi per la verità si chiamava Richard, Dick era il soprannome, uno che lavorava con il fratello, Maurice, insomma quel Dick gli ordina otto frullatori tutti in una volta. Ray non riusciva a spiegarsi un ordine così, nessuno gli aveva mai chiesto tanti frullatori in una volta. Fiutò qualcosa e volle andare a San Bernardino in California, per vedere di persona quei due fratelli Mc che là avevano un ristorante ma ne avevano anche altri sparsi qua e là.

QUEL viaggio cambiò la sua vita e il suo lavoro. Si mise a vendere panini, o meglio si mise a lavorare per vendere il maggior numero possibile di panini a basso costo. Sentito mai parlare di McDonald’s? Dopo quel giorno Ray probabilmente si interrogò molte volte su che cosa sia la fortuna perché da venditore di frullatori diventò uno degli uomini più ricchi d’America, anzi un simbolo stesso dell’America, a volte un simbolo anche del peggio che l’America sa essere, ma anche del meglio. E poi, ma lui non c’era più perché morì a 82 anni nel 1984, finita la Guerra Fredda, diventò non solo il simbolo dell’America ma della globalizzazione con tutto quello che c’è di bene e di male in questa parola.

EX POVERO, figlio di immigrati, dev’essersi chiesto spesso che cosa sia la fortuna, visto che di essa dette varie definizioni. «La fortuna è un dividendo del sudore, più sudi e più diventi fortunato», dunque non solo beneficiato ma anche artefice. Oppure: «La fortuna non esiste. Esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità», dunque cogli l’attimo. O il fatalistico: «La fortuna è una donna ubriaca ma soprattutto cieca». Infine il saggio avvertimento: «Se ve la lasciate sfuggire oggi non crediate di ritrovarla domani».

LA STORIA di questo ex immigrato negli Stati Uniti dove più o meno tutti sono ex immigrati, viene oggi raccontata in un bel film di prossima distribuzione che si intitola “The founder”. A proposito di immigrati, una curiosità. Anche la parola “hamburger” è arrivata dal mare, dal porto da dove partivano quelli che andavano in America ovvero da Amburgo dove facevano alla griglia quelle polpette di carne macinata, che gli immigrati fecero conoscere nel nuovo continente. Un po’ come la pizza. E si chiama in quel modo “Hamburger” anche l’università che Ray Kroc fondò nel ‘61 nella sua Oak Brook, l’Hamburger university dove ogni anno si iscrivono settemila studenti che vogliono diventare manager dell’alimentazione.

IN REALTÀ Ray Kroc, più che il fondatore dell’idea del panino con l’hamburger, fu l’artefice della rete commerciale fondata sul franchising legato al marchio dei due fratelli da cui dopo un po’ Ray si separò rilevando la loro quota. Da loro aveva appreso un metodo di lavoro da catena di montaggio che consentiva di raggiungere questi risultati: velocità, quantità, prezzi bassi e uniformità del servizio. Lui lo diffuse in tutto il mondo. Quei due fratelli avevano trovato il modo di fare panini, lui quello di far soldi vendendoli. Nei frenetici trent’anni che seguirono dopo quel viaggio in California divorziò dalla moglie e ne sposò altre due. Un iperattivismo che esprimeva controllando tutto, perfino i giri di affari dei punti vendita. E quando era in viaggio si fermava nei McDonald’s per fare ispezioni a sorpresa. Morì di vecchiaia. Il suo solo patrimonio immobilare superava i 4 miliardi di dollari e quella “M” era diventata uno dei dieci marchi più famosi nel mondo.