SE PER ANDARE in Paradiso ci vuole l’aiuto di un santo è evidente che per entrare in auto in piazza San Pietro basti una zia. Non importa se in buono stato, tant’è che la sua era morta. Così grazie alla favorevole circostanza della buonanima l’assidua frequentatrice di cardinali e prelati ha potuto girare e scorazzare per Roma beneficiando di un permesso di circolazione nel centro storico che era appartenuto alla suddetta deceduta. In virtù anche del lapalissiano ragionamento che se la morta non aveva più bisogno di andare in centro la viva sì. E in virtù del permesso l’intraprendente Francesca Immacolata Chaouqui, protagonista di Vatileaks, aveva anche rispedito al mittente un centinaio di multe a suo dire ingiustamente ricevute. La questione si è conclusa con una condanna patteggiata di otto mesi di reclusione per truffa. Un fatto che ci dimostra quanto sia ecumenica e diffusa la convinzione che il privilegio, piccolo o grande che sia, fa la differenza tra chi può beneficiarne e chi no. Quelli che ne godono per la verità lo chiamano con il diminutivo, il favorino, l’aiutino, per minimizzare e aiutare l’aiutino che si aspettano di avere.

L’ALTRO caso del momento è quello di Parma dove politici della città, o per meglio dire autorevoli esponenti del Movimento a 5 stelle, quelli che dicono di essere diversi dagli altri, sono stati multati per divieto di sosta. Salvo poi aver goduto di un ricorso scritto di pugno, ecco il trattamento di riguardo, dallo stesso comandante del vigili, che praticamente ha dichiarato che quelle multe erano sbagliate e dunque dovevano essere cancellate. Che i multati fossero i potenti di turno e non dei comuni mortali ovviamente non ha per niente influenzato l’irrituale iter. Siamo sempre il solito popolo di poeti e di navigatori, ma soprattutto di zii e di cugini, come diceva Flaiano. Di certo questi fatti ci inducono a non farci troppe illusioni sulla possibilità che cambi qualcosa se è vero che se le virtù sono centellinate i vizi risultano ampiamente diffusi tra destra e sinistra. E del resto non poteva essere diversamente in un Italia dove perfino le lettere per farle arrivare bisogna raccomandarle e spesso non basta. Ecco perché un favorino ti cambia la vita.