LE DEFINIZIONI sono quelle solite, frutto della inevitabile semplificazioe giornalistica: manifestazione anti-immigrati, contro corteo. Anti, contro sono contro, particelle in stridente contrasto. Impossibile qualunque conciliazione in sintesi. Ma il pomeriggio di ieri ha riservato un elemento che merita una riflessione da fare super partes. Erano tanti (50mila per la questura, il doppio per gli organizzatori) alla manifestazione della Lega Nord. Tutti elettori, sostenitori, simpatizzanti del Carroccio? Tutti incantati da Matteo Salvini, giovane demiurgo e leader, gratificato da una nuova, acclamata, proclamazione popolare? Le risposte sono altrettanti no. Fra quegli uomini (oltre a qualche centinaio di militanti di Casa Pound) c’erano persone che non votano e non voteranno Lega. Persone che di fronte alla drammaticità di una emergenza ormai epocale, chiedono regole, precise, rapide. Milanesi, lombardi – e non solo – che non credono che immigrato equivalga a delinquente. Milanesi che non hanno dimenticato di avere il cuore in mano ma che anzi, proprio per questo, gridano l’insostenibilità di una situazione che è andata crescendo, smisuratamente, su se stessa. Cinquanta o centomila sono molto più di un corteo. Sono una forza storica. Se ne tenga conto.

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