QUELLA che si ricava dal rapporto Pendolaria è una situazione deficitaria del settore trasporti. Per le linee emiliano-romagnole spicca la cancellazione della Piacenza-Cremona. Ma oltre il decimo posto della graduatoria c’è anche (non sappiamo in quale posizione) la Milano-Bologna. Lì dipendiamo da due parrocchie, Trenord e Trenitalia. Peccato che nessuna delle due dica bene la messa. Ettore Fittavolini, presidente, Associazione Pendolari Piacenza

ETTORE FITTAVOLINI, combattivo presidente dei pendolari piacentini e da anni nostro assiduo corrispondente, ci ricorda Pendolaria, il rapporto annuale di Legambiente con la classifica delle dieci peggiori linee ferroviarie italiane.
Due le situazioni che ci toccano da vicino. Il surreale epilogo della Cremona-Piacenza, come ricordato da Fittavolini. Surreale perché dalla fine del 2013 tutti i treni sono stati soppressi e sostituiti con autobus. Una decisione clamorosa e assolutamente inspiegabile per una linea elettrificata che congiungeva due importanti città di due regioni confinanti. I tenpi di percorrenza dei bus sostitutivi sono in media superiori di 25-30 minuti a quelli del treno, 50 minuti rispetto a mezz’ora scarsa. Senza dimenticare che il bus inquina e il treno no. La Bergamo-Milano occupa un prestigioso (si fa, ovviamente, per dire) terzo posto. Nonostante investimenti e potenziamenti con il quadruplicamento della tratta Treviglio-Bergamo e il raddoppio della tratta Treviglio-Bergamo, i tempi di percorrenza sui 56 km di linea sono rimasti (secondo il rapporto di Legambiente) quelli di trent’anni fa, con una velocità media di 60 km/h. In più, le carrozze sono sovraffollate e sporche. Va peggio nel vicino Piemonte dove, dal 2010 a oggi , sono state cancellate ben 14 linee, alcune in comune con il territorio lombardo.
Ecco il lungo necrologio: Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale Monferrato-Mortara, Asti-Chivasso, Novi Ligure-Tortona, Alessandria-Ovada, Vercelli-Casale, Novara-Varallo Sesia, Sesto Calende-Oleggio.  Dal 2010 a oggi si possono stimare in Italia tagli del 6.5% nel servizio ferroviario regionale, a cui si accompagnano la riduzione del numero di treni lungo le linee e, in quasi tutte le regioni, un aumento delle tariffe.

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