IN VACANZA in Giappone, viaggiavo sul treno Tokyo-Kyoto. È comparso il controllore con la divisa blu della società JR (Japan Railways). Si è collocato all’inizio della vettura, si è tolto il berretto in segno di saluto e di deferenza verso i viaggiatori, si è inchinato e ha scandito, prima in giapponese e subito dopo in inglese: “Gentili viaggiatori, ora con il vostro permesso controllerò i biglietti”. Terminato il giro, ha rifatto l’inchino e se n’è andato. Gianni, Milano

POSSIAMO immaginare il retropensiero del nostro lettore o ancora meglio la scena che immagina. Il controllore che si materializza su un treno nostrano (magari di pendolari), si scappella e s’inchina, annuncia che girerà a chiedere biglietti e abbonamenti e dopo un secondo inchino se ne va. Intendiamoci. Salvo qualche inevitabile eccezione, i controllori dei nostri treni sono persone educate e cortesi e nessuno pretende da loro scappellate e inchini. La questione è un’altra e le mail dei nostri lettori non smettono di sottolinearla. Anche se, dalle comunicazioni che riceviamo, la situazione sta migliorando, i controllori sui nostri convogli (figura che ormai coincide con quella del capotreno) sono entità che raramente si materializzano. Perché il capotreno-controllore è spesso chiamato a svolgere mansioni ancora più importanti, come fronteggiare guasti, ritardi, fermate impreviste. E altre amenità della vita pendolare. A questo proposito, ecco l’ultima mail che ci arriva da Simona Vercesi, affezionata corrispondente dall’Oltrepò Pavese: «Sul regionale 10578 locomotore in condizioni pietose, che solo la perizia e la bravura del macchinista hanno consentito di far giungere a destinazione. Senza tanta solerzia, il convoglio sarebe stato cancellato e tanti saluti. Regionale 10576 con materiale vetusto, una carrozza fuori servizio e riscaldamento a singhiozzo. Dov’è finito il materiale nuovo assegnato a questa direttrice nel marzo dello scorso anno per effettuare il servizio? La manutenzione inesistente dei convogli sta diventando un problema grave. La dirigenza Trenord cosa sta facendo? Non ci interessano proclami ma azioni concrete che possano lenire il disagio aggravato dai continui rincari». Chissà se in Giappone hanno gli stessi problemi. Sayonara. [email protected]