La Lombardia dovrebbe accogliere milioni di visitatori che, oltre a Expo, potrebbero essere invogliati a visitare città d’arte o località montane e lacustri. Ma quella che troveranno i turisti non sarà una Lombardia accessibile: al di fuor del capoluogo milanese, il già insufficiente servizio di trasporto pubblico verrà ridimensionato, specie in orari e periodi di minor affollamento. Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia

DARIO BALOTTA, battagliero rappresentante di Legambiente trasporti, è abituato a cantare fuori dal coro, soprattutto quando lancia un allarme. «Milano – prosegue la mail di Balotta -, che durante il periodo di Expo sarà beneficiata da un trasferimento dal governo di 35 milioni (è stato evitato il taglio di 17 milioni ad Atm grazie all’intervento del Comune) e da un altrettanto consistente maggior ricavo di tariffa, sarà l’unico ambito in cui il servizio verrà esteso e intensificato per complessivi 9,1 milioni di km, almeno per la durata dell’evento, il che è comprensibile visto il previsto aumento di utenti. Ma appena fuori dal perimetro cittadino, si rischia la desertificazione della funzione di trasporto collettivo». «Il servizio di trasporto pubblico è l’interfaccia con cui un territorio comunica con i suoi visitatori e durante Expo quanti si azzarderanno a fare un passo fuori Milano rischieranno di ricevere brutte sorprese. La Regione ha fatto sapere che per assicurare i km extra durante Expo, dato l’insufficiente numero di treni a disposizione, dovrà tagliare 380mila km alle altre direttrici ferroviarie. Ciò per permettere alla struttura di Trenord di mettere in campo la maggior produzione di servizi verso la sede di Expo, viste le gravi carenze: ma a che prezzo per il resto della regione?». «A fare i conti – è la fosca previsione – con la rarefazione dei servizi collettivi di mobilità non saranno solo i turisti ma anche e soprattutto i pendolari e i residenti in località già oggi scarsamente servite: i tagli dei trasferimenti regionali per loro potrebbero significare dover fare a meno del tutto a un’offerta di trasporto pubblico e aumentare la dipendenza dall’auto per gli spostamenti. Infatti, i tagli annunciai colpiranno le stesse fasce e gli stessi periodi che negli ultimi tempi sono stati oggetto di pesanti decurtazioni, non solo per i treni ma anhe per la rete e le corse delle autolinee. Il rischio, dunque, è che le aree a domanda debole restino tagliate fuori (senza servizi minimi) da ogni tipo di servizio pubblico (treni o autobus), con gravi danni sociali e ambientali in vaste zone della Lombardia». [email protected]