CHISSÀ in quale segretissimo hangar sono stati occultati in tutti questi anni? La loro esistenza verrà rivelata fra qualche ora, a San Marino, nella edizione numero 23 del Simposio sulla vita nel cosmo e gli oggetti volanti. Parliamo dei due Ufo che la contraerea americana abbattè nella notte fra il 24 e il 25 febbraio del 1942. Ventimila colpi sparati in quella che è rimasta nella storia (e nel mistero) come la «battaglia di Los Angeles». Un attacco giapponese, si temette all’inizio visto che si era a soli tre mesi da Pearl Harbour. Falso allarme, fu la spiegazione ufficiale. Ufo by nighy, ribatte Jean Gabriel Greslé, ex pilota e storico dell’ufologia. Il suo libro «La nascita di un segreto di Stato» è gonfio di documenti. In un promemoria del 5 marzo 1942, classificato «Top secret», il generale George C. Marshall, capo di Stato maggiore, informa il presidente Roosvelt del «recupero navale di un aeroplano non identificato al largo della costa della California, a cui, a differenza degli altri, non si riesce a dare una spiegazione ordinaria» e che è stato ritrovato «un dispositivo simile sulle montagne di San Bernardino, a est di Los Angeles, che non potè essere identificato come un aereo convenzionale». Roba grossa. Tanto che John Edgar Hoover, potente capo dell’Fbi, in una nota autografa lamenta di non avere potuto vedere i dischi (scrive proprio così, secondo la più classica iconografia ufologica) perché è stato l’esercito a «metterci le mani». [email protected]