«E io pago», ripeteva come un mantra Totò nei panni dell’avaro barone Antonio Paletti, in «47 morto che parla». Ma sì, paghiamo. Non sempre, però. Anni fa le cronache registrarono il caso di un ineffabile pizzaiolo che lasciava regolarmente inevase le cartelle esattoriali. Chiamato prima davanti ai giudici erariali e a seguire al cospetto di quelli penali, si difendeva senza scomporsi inalberando l’italico «Tengo famiglia», usbergo di chi è nato, sotto qualunque latitudine, nel patrio Stivale.

Interpellati se hanno fede di vedere allentarsi la tagliola fiscale, i milanesi hanno risposto al nostro cronista con espressioni ciascuna delle quali avrebbe potuto fornire il bozzetto alla scultore incaricato del monumento alla Incredulità. Riproveremo nei prossimi giorni con un sondaggio sull’esistenza di Babbo Natale.

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