È LA SECONDA volta che scrivo a Vita da pendolare. L’avevo fatto mesi fa per comunicare l’impressione che ricevevo dallo stato di degrado delle nostre stazioni, per l’azione dei vandali e dei graffitari. Molti di questi disegni però sono molto belli, vorrei dire artistici. Non è possibile incanalare in qualche modo l’attività di queste persone, writers o graffitari che le si voglia chiamare? Magari con una iniziativa da parte delle Ferrovie e delle amministrazioni comunali interessate. Anna Maria, Milano

QUALCOSA si muove nella direzione indicata dalla nostra fedele lettrice. Anzitutto, iniziative di Street Art (alla lettera “arte di strada”) ci sono state e ci sono a Milano e in altre città. E sempre con successo. Per quanto riguarda le stazioni, interventi positivi sono avvenuti, per esempio, a Canegrate e a Legnano. A Legnano Ferrovie e Comune, come abbiamo avuto modo di scrivere tempo fa, hanno condiviso un progetto di riqualificazione della stazione ferroviaria. Il primo passo è stato il restauro del sottopasso, realizzato grazie ai dipendenti della Franco Tosi Meccanica. Sono poi entrati in azione gli artisti della bomboletta della Wg art.it Writing & graffiti art, un’associazione che si occupa di promozione sociale e culturale in Lombardia. Creatività e abili pennellate e sulle pareti del sottopasso murales artistici si sono sostituiti ai danni dei vandali e agli imbrattamenti opera di sconsiderati graffitari.

E ANCORA . Su Il Giorno il nostro Davide Gervasi riferisce di una iniziativa a Parabiago che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale coinvolgerà graffitari di spessore e ragazzi delle scuole. Un grande intervento di abbellimento riqualificherà il sottopasso ferroviario. Arte murale. Disegni veri sostituiranno finalmente le brutture, gli sfregi, gli sgorbi, le scritte cubitali a doppio senso, le sconcezze, le volgarità. Al loro posto, potremo vedere sulle pareti disegni con il tratto degli artisti, i sogni, le emozioni, le fantasie dei nostri ragazzi.

TUTTO bello. Tutto ammirevole. Tutto utile. Mentre attendiamo di vedere i vecchi muri dei nostri sottopassi (che spesso sono luoghi tristi, per non dire sinistri e anche pericolosi) illeggiadriti dagli affreschi, c’è da porsi una domanda: quanto può durare? Nel senso che purtroppo sono sufficienti uno sfregio, una secchiata di vernice, uno sgorbio per deturpare e rovinare, in un attimo, un lavoro di giorni. E allora si ripropone il problema di tutelare le stazioni nelle ore notturne, della sorveglianza, delle telecamere. Un problema serio. Soprattutto per gli scali ferroviari che di notte rimangono, come dice il linguaggio burocratico-ferroviario, “impresenziati”.  Anche in difesa dell’arte. E non è poco.
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