I PENDOLARI sono una razza invisibile. Molti che non prendono un treno da anni e si rifiutano di salire su un bus, pensano che non esistano. Credono che chi prende i mezzi sia poco fortunato, povero, troppo giovane o troppo vecchio per guidare. I pendolari sono invece una razza attiva: grazie ai loro spostamenti la Lombardia cresce, si sviluppa e produce. E non inquinano. Nonostante ciò, i due temi principali del trasporto pubblico su ferro oggi sono: la mancanza di sicurezza a bordo e la scarsità di allocazione di risorse (e di attenzione, aggiungerei) Lucia Ruggiero, Comitato Pendolari Bergamaschi

SICUREZZA e Alta Velocità sono i temi (cruciali) su cui si sofferma la nostra pendolare nella mail. «Da una parte – scrive – la scelta della giunta regionale di servirsi di un servizio privato di 300 agenti di sicurezza a bordo treno per contrastare la piccola criminalità e i cosiddetti ‘disturbatori’ costanti. Scelta che costerà alle tasche dei viaggiatori un ennesimo aumento del 5% sulle tariffe. Dall’altra l’arrivo della tratta dell’Alta Velocità Milano-Venezia con conseguenti ‘disastri’ di servizio e orario sulle tratte regionali delle province di Cremona, Brescia, Bergamo». «Per quanto riguarda la sicurezza, è palese che la soluzione è un palliativo. La presenza di viaggiatori privi di biglietto e potenzialmente molesti o pericolosi è frutto di mancati investimenti sulla formazione e sul rafforzamento della forza lavoro di aziende del trasporto come Trenord (ma non solo).

Se il capotreno è uno, ha pochi poteri e non ha strumenti per difendersi, è presto fatto che abbia paura nell’esporsi. Combattere questi fenomeni non si può con soluzioni ‘di comodo’ e molto ‘elettorali’ come i 300 agenti pagati dai contribuenti. Sono anni che si parla di investimenti contro l’evasione tariffaria (biglietti elettronici, potenziamento del personale, tornelli nelle stazioni, coinvolgimento più forte di Polfer), ma non si fa nulla». Severa anche l’analisi dell’Alta Velocità. «Come spesso dico, ogni azienda, nel marketing moderno, tende a premiare i clienti fedeli. Tessere fedeltà, punti spesa, newsletter accattivanti ci invadono ogni giorno. Funziona per tutti. Ma non per i pendolari. Dicono che il nostro non sia un servizio remunerativo e quindi nessuno fa nulla perché con l’entrata in servizio di treni veloci non si distrugga il trasporto regionale. Nessun pendolare è contro l’Alta Velocità. Anzi, la consideriamo tutti una grande ricchezza. Ma lo siamo anche noi, una grande ricchezza, e saremmo pronti a pagare di più e a essere ancora più remunerativi se solo il servizio fosse all’altezza delle nostre necessità, che sono basilari come quella di arrivare puntuali al lavoro e a casa la sera. Ma per noi la fidelizzazione del cliente non funziona. Forse perché siamo ancora in un mondo dove il trasporto pubblico ferroviario è ancora un monopolio? Molto probabilmente sì». [email protected]