Sul Quotidiano Nazionale di oggi un mio articolo.
 
(…)Te voglio bene assaje
ma tanto bene sai
è una catena ormai,
che scioglie in sangue dint’ e ’vvene sai (…)
(Lucio Dalla, Caruso)
 
Massimo Pandolfi
Tre giorni e tre notti, chiuso nella suite dell’Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento. La suite ‘Caruso’. La suite dove il grande tenore napoletano (1873-1921) era di casa e passò anche gli ultimi mesi della sua vita, prima di morire in un altro albergo, a Napoli.
In quella stessa suite Lucio Dalla ha scritto — 65 anni dopo la morte di Enrico Caruso, 25 anni fa (e in 72 ore, senza quasi chiudere occhio) — la canzone che più di ogni altra ha fatto il giro del mondo, vendendo oltre 30 milioni di copie: ‘Caruso’, appunto. Cantata anche da Pavarotti, Boccelli, Iglesias. Interpretata un po’ da tutti i grandi. Canticchiata da ognuno di noi. «Mai avrei pensato che quella canzone avrebbe venduto così tanto e in tutto il mondo — amava ripetere il cantante bolognese — Se poi penso che è nata per caso… Ma lo sapete che se non avessi rotto la mia barca, ‘Caruso’ non esisterebbe?».
Un golfo incantevole, una barca che fa le bizze, il ricordo di un tenore un po’ acciaccato e innamorato, una camera d’albergo e un pianoforte: la storia della canzone ‘Caruso’ è singolare, affascinante e nasce da un racconto di una sera d’estate, sotto le stelle.
Lucio Dalla finì per caso in quell’albergo, in quella suite. In visita a Sorrento, decise di uscire per una gita in barca, diretto verso Capri, ma un guasto al motore lo costrinse a rinunciarvi. Così chiamò l’allora proprietario del ‘Vittoria’, suo amico, Luca Fiorentino, per chiedere di essere trainato al porto di Sorrento, affinchè si potesse riparare la barca.
Nell’attesa, Fiorentino lo invitò nel suo albergo, nella suite ‘Caruso’ e gli cominciò a raccontare la storia del tenore: Lucio Dalla ne fu stregato. Il dialogo andò avanti per ore. Nella suite c’era un piano scordato che il tenore soleva usare per dare lezioni di canto a una ragazza di cui era segretamente innamorato e che sono diventati poi i versi della canzone di Dalla: «Qui dove il mare luccica/ e tira/ forte il vento/ su una vecchia terrazza/davanti al golfo di Sorrento/ un uomo abbraccia una ragazza/ dopo che aveva pianto/ poi si schiarisce la voce/ e ricomincia il canto».
Lucio Dalla ha scritto così uno dei suoi motivi più celebri e amati, chiuso nella suite del ’fu Caruso’. E c’è tornato una sola volta in quella camera dell’hotel Vittoria di Sorrento, diciassette anni dopo, nella notte fra il 19 e il 20 luglio 2003.
La morte di Lucio Dalla ha fatto piangere anche i dipendenti del ‘Vittoria’. L’attuale proprietario della struttura, Guido Fiorentino, al momento è all’estero ma ha già convocato per il suo rientro una riunione con i collaboratori più stretti. Si sussurra: «Dopo la suite Caruso, nascerà anche la suite Dalla». Oppure verrà data un doppio nome a quella suite: magari ‘Caruso-Dalla’, in rigoroso ordine alfabetico. In fondo una leggenda è nata lì dentro, fra un pianoforte e una lacrima d’amore.