In questi primi due mesi del 2015, in Emilia Romagna sono accadute un po’ di cosucce interessanti.
Intanto il maltempo: l’acqua e la neve (una notte) hanno fatto a inizio febbraio un macello. Una volta era abbastanza normale che a inizio febbraio potesse piovere o nevicare: ora no, sarà colpa dei cambiamenti climatici, chi lo sa. Ci hanno che era neve più pesante del solito (mah…), si sono arrampicati sugli specchi, però alla fine della fiera per più di una settimana migliaia di famiglie sono rimaste in Emilia senza luce e ancora oggi (22 giorni dopo l’alluvione) mille famiglie (dato ufficiale Telecom: quindi temiamo che il numero reale sia più alto) non riescono a telefonare in Romagna. Nel Ravennate uno stadio è franato nel fiume, con porte e spogliatoi, e non stiamo qui a tediarvi sui guai giganti che hanno ancora migliaia e migliaia di commercianti della costa romagnola, affogata nell’acqua.
La natura rompe tutto, gli enti pubblici non hanno più quattrini per aggiustare nulla. E chissà dove finiscono tutti quei soldi che ci portano via con tasse e multe. Ad esempio. A proposito di tasse: a Bologna ci hanno riprovato con la delirium tax, cioè un ulteriore balzello che un negoziante dovrebbe pagare per esporre in vetrina i propri prodotti. Ma scusate, uno che vende caramelle, cosa dovrebbe reclamizzare in vetrina, i topi morti? Invece che cercare (vergognosamente) di fare cassa con queste furbate, non sarebbe meglio affrontare in modo serio e deciso i problemi veri? Un esempio: già un mese fa, sempre a Bologna, bisognava garantire ai negozianti delle centralissime via Ugo Bassi e Rizzoli un taglio netto delle tasse a causa del cantierone che farà fare la fame per mesi e mesi a tante attività. Per un Paese normale sarebbe logico;  noi no, noi ci cominciamo a pensare dopo proteste, proteste e serrate in Consiglio Comunale. A proposito, conosco una parrucchiera in centro la cui vetrina è occupata da mesi dagli interminabili lavori di Hera per la raccolta differenziata. Capisco che del singolo al Comune di Bologna non gliene freghi proprio nulla, ma toh, una piccola agevolazione per questa signora non si poteva proprio pensare?
A proposito del si rompe tutto e non si aggiusta più nulla, a Forlì-Cesena venti giorni fa ciò che resta dell’amministrazione provinciale ha alzato bandiera bianca: ‘Non siamo in grado di coprire le buche stradali, quindi i ciclisti (e ce ne sono tanti da queste parti) devono andare più piano o coprirsi le buche per conto loro. Se non fosse tutto vero, verrebbe da sbellicarsi dalle risate.
parliamo anche di sport, una volta fiore all’occhiello della Regione. In due mesi sono falliti il basket a Forlì (il basket sta a Forlì come il calcio a Firenze, tanto per capirci), che non scende più in campo e gli abbonati chiedono i danni e ora il Parma calcio sta naufragando nel farsesco.
A Rimini è guerra fra politica e giustizia. Tutti i boss della città (politici ed esponenti del mondo economico) sono indagati per crack dell’Aeroporto e quello della Carim. Ai sindaci e agli ex sindaci (per il capitolo aeroporto) hanno anche sequestrato le case. Detto che è da escludere il dolo, cioè gli amministrtatori avranno magari lavorato male, ma non ci hanno mangiato sopra, vorrei vedere se un giorno (con la responsabilità civile dei marchigiani) riusciremo anche a sequestrare le case di un pm che manda in galera, con un errore grossolano (vedi la recente inchiesta sulla ndrangheta: per un caso di omonimia, un tranquillo signore è finito per alcuni giorni dietro le sbarre) una persona innocente.
L’altro giorno la Direzione Nazionale Antimafia ha detto che il modello Emilia non esiste più, scoperchiato da mafia e ‘ndrangheta. Forse la Dna ha esagerato, non so: di sicuro non esiste più il modello Emilia che una volta riparava le buche stradali, esaltava lo sport, non faceva saltare luci e telefoni o precipitare gli stadi nei fiumi.